Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Energia, scontro tra Veneto e Trentino
Mentre la giunta Zaia tratta l’autonomia con il governo, emendamento fa esplodere il caso politico Blitz in parlamento: nuova competenza alla Regione «speciale». La Regione insorge: inaccettabile
Mentre il Veneto ha iniziato la trattativa con Roma sull’autonomia, le Province autonome di Trento e Bolzano, il modello da sogno a cui guarda la nostra Regione, ottengono dal parlamento un ulteriore ampliamento delle sue competenze, con la devoluzione, totale, della gestione delle «concessioni per grandi derivazioni a scopo idroelettrico». Tradotto, significa il potere di disciplinare l’apertura e l’attività delle centrali energetiche dislocate lungo i fiumi. Il Veneto insorge, l’assessore Bottacin: «Ancora un inaccettabile regalo a Trento e Bolzano».
L’erba del vicino è sempre la più verde. E quel che è peggio è che lo diventa sempre di più. Verdissima. Mentre il Veneto combatte per strappare allo Stato un pezzettino di autonomia (la trattativa è iniziata venerdì a Roma e si annuncia lunga e perigliosa), Trento e Bolzano, il modello da sogno a cui guarda la nostra Regione, ottiene dal parlamento un ulteriore ampliamento delle sue competenze, con la devoluzione, totale, della gestione delle «concessioni per grandi derivazioni a scopo idroelettrico». Tradotto, significa il potere di disciplinare l’apertura e l’attività delle centrali energetiche dislocate lungo i fiumi, un risultato salutato come «storico» nelle Province autonome ma che fa infuriare l’assessore all’Ambiente veneto Gianpaolo Bottacin, che se la prende per le «carriole di soldi ed energia elettrica gratis» concesse ai vicini ma soprattutto ricorda, preoccupato, come proprio l’uso dei fiumi a scopi energetici «a monte» fu all’origine della «guerra dell’acqua» che si scatenò quest’estate tra Veneto e Trentino Alto Adige, costringendo ad intervenire addirittura il ministero dell’Ambiente.
«Con questa modifica - ha detto il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher - otteniamo la competenza primaria sull’energia. Ciò significa che potremmo gestire in autonomia l’intero settore, a partire dalle gare. Si tratta di un passaggio importante non solo per l’impatto che l’energia ha sull’economia altoatesina, ma anche perché valorizza ulteriormente la nostra autonomia». Soddisfatto anche il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi: «Si tratta di un ulteriore passo avanti in termini di sviluppo e crescita del nostro sistema, che ci permetterà di proporre politiche innovative in un ambito molto significativo per quanto riguarda lo sviluppo del sistema economico e il rispetto dell’ambiente».
Un entusiasmo comprensibile, che ha mandato però di traverso il sabato a Bottacin, autore ieri pomeriggio di una nota a dir poco polemica: «Ancora un inaccettabile regalo a Trento e Bolzano da parte di un governo ormai ai saldi elettorali, ben consapevole, vista anche la nuova legge, di quanto possano essere preziosi i voti “speciali” dei futuri deputati di quell’area». Bottacin se la prende pure con il conterraneo bellunese Roger De Menech, deputato Pd che presiede il comitato di gestione dei fondi per i Comuni di confine, che appena tre giorni fa ha annunciato il rinnovo dell’accordo con le Province autonome, impegnatesi a versare ai Comuni di confine veneti e lombardi 240 milioni di euro in tre anni: «Mentre De Menech si fa immortalare sorridente per aver rinegoziato poco più che le briciole per i territori di confine su una legge che peraltro fu voluta da Calderoli e Brancher, il suo governo ha fatto l’ennesimo pesantissimo cadeau ai nostri vicini di casa. Vergogna!».
A rendere ancora più amaro il calice per l’assessore veneto è il ricordo, come si diceva, di quanto accaduto quest’estate, quando il Veneto accusò il Trentino Alto Adige di aver prosciugato i fiumi per alimentare le centrali elettriche in loco, mettendo a repentaglio la nostra agricoltura: «Abbiamo avuto grossi problemi con i nostri vicini - dice -. L’Adige era in secca, creando molte difficoltà per l’agricoltura e anche per gli acquedotti del Veneto, tant’è che per ottenere che il Trentino ci rilasciasse un po’ d’acqua ho dovuto far intervenire il ministero dell’Ambiente e il Dipartimento nazionale della Protezione Civile. Con questa novità normativa, in casi di questo genere, la situazione diventerà ancora più pericolosa in quanto il Trentino Alto Adige ora acquisisce un potere assoluto e pertanto, in caso di scarsità idrica, non avremo più nessuna arma di tutela».
Ugo Rossi Potremo proporre politiche innovative, favorendo la crescita