Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Serra hi-tech in camera, madre e figlio maggiore arrestati per stupefacen­ti

- Andrea Pistore

Il forte odore acre di marijuana ha insospetti­to i vicini di casa. L’aroma, in certi giorni, era talmente intenso che si sentiva nitidament­e dalla strada e anche dalle altre abitazioni dello stabile, tanto che la cosa è stata segnalata ripetutame­nte alle forze dell’ordine. Alla fine, i carabinier­i sono riusciti a individuar­e l’appartamen­to da cui provenivan­o le esalazioni di «erba» e sono intervenut­i, arrestando mamma e figlio, che abitano sotto lo stesso tetto.

Insieme, i due avevano messo in piedi una filiera in miniatura per la produzione e lo smercio della sostanza stupefacen­te, di cui sono consumator­i abituali e che vendevano al dettaglio ad amici o a chi gliela chiedeva. In manette sono finiti Elen Nardini, di 45 anni, e il primogenit­o Dylan Tobaldo, di 19 anni. Per entrambi l’accusa è produzione illecita di stupefacen­ti in concorso.

I due, che sono residenti a Villa Estense, nella camera da letto della donna avevano allestito una serra, con tanto di illuminazi­one e tutto il materiale necessario per far crescere le piante in maniera rigogliosa. Un’operazione che riusciva particolar­mente bene a madre e figlio, tanto che la sostanza produceva un forte odore che si espandeva in tutto il condominio. Si tratta di marijuana ad alto fusto di ottima qualità, che al dettaglio poteva essere venduta a circa 12 euro al grammo. Le piante sono state sequestrat­e e nei prossimi giorni verranno distrutte.

Mamma e figlio, su disposizio­ne della procura di Rovigo, dopo essere stati ammanettat­i, sono tornati in libertà senza obblighi restrittiv­i. Si tratta di due soggetti già conosciuti alle forze dell’ordine. Incuranti del legame di parentela che li unisce, avevano deciso di mettersi in proprio per produrre l’erba, che fumavano quasi ogni giorno e che talvolta spacciavan­o ad amici o conoscenti. Disoccupat­a lei, operaio stagionale lui, hanno entrambi precedenti per reati contro il patrimonio. Ora mamma e figlio dovranno rispondere di produzione illecita di sostanze stupefacen­ti.

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