Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dieci bollicine di casa nostra Anche nel mare
Dal vino della nipote di Soldati a quello che sa di Vulcano, fino al Lambrusco bianco: dieci etichette per brindare durante le feste natalizie
Dall’Etna alla Val d’Aosta, dall’Irpinia alle colline romane. Non c’è zona d’Italia che non abbia provato a trasformare le uve in vini con le bollicine. Se all’inizio del secolo scorso la zona spumantistica italiana per eccellenza era Asti (il Consorzio di tutela è del ‘32), ora la ricchezza delle varietà autoctone (535 registrate oltre a un migliaio catalogate) unita alla diffusione delle capacità tecniche di un esercito di enologi ed enotecnici, hanno diffuso in tutto il Paese le bottiglie per i brindisi. Le cinque zone che contribuiscono in maniera più decisa ad affollare gli scaffali sono Franciacorta, TrentoDoc, Prosecco (Doc e Docg), Oltrepò Pavese e Alta Langa. Soprattutto con uve Pinot nero e Chardonnay. Al loro fianco una ricca varietà di spumanti tutta da scoprire, con grandi diversità nello stile. Alcuni sono virtuosismi enologici, altri interessanti dimostrazioni di quanto sia variegata l’Italia del vino. Bollicine comprese. Ecco una selezione di dieci etichette, un piccolo viaggio da Nord a Sud. (I prezzi si riferiscono alle offerte online). 1. Millesimato d’Antan Gavi Docg, La Scolca. 61 euro.
Dalle colline in provincia di Alessandria un Brut con le uve Cortese. Nei primi anni del Novecento la famiglia Soldati ha subito puntato su questo vitigno, in una zona vocata ai rossi. Alla guida Chiara Soldati (nipote dello scrittore e regista Mario), con il padre Giorgio. Un vino che si affina a lungo, 10 anni sui lieviti. Speziato e deciso, carattere piemontese.
2. Madre Natura Rosé Brut Teo Costa. 14 euro
Da Castellinaldo d’Alba, in provincia di Cuneo, un’azienda determinata al rispetto delle regole del biologico, senza uso di solfiti. Questo rosato è a base di Nebbiolo. Una storia ottocentesca, una famiglia unita che ora può contare su una cinquantina di ettari in Langa e Roero. Il vino, con disegni fanciulleschi in etichetta, profuma di fiori di bosco.
3. Abissi Riserva Portofino Doc, Bisson. 53 euro.
Pierluigi Lugano, ex professore di storia dell’arte e ora vignaiolo, ha aperto la prima cantina in fondo al mare. Ha stivato ogni anno 15 mila bottiglie a 60 metri di profondità. Si affina per almeno 18 mesi (30 nella versione Riserva Metodo classico) lo spumante con uve Bianchetta Genovese, Vermentino, Pigato. Viene venduto avvolto da conchiglie e residui marini. Sapido (ovviamente).
4. Durello Brut Riserva Lessino Durello Doc, Fongaro. 24 euro.
Nel Veneto ad alta intensità di Prosecco, un vitigno da scoprire: è il Durello, tipico della zona dei Monti Lessini, sulle colline fra la provincia di Verona e quella di Vicenza. La scelta di Fongaro è il Metodo classico. Matura per quattro anni sui lieviti. Profuma di frutta secca e agrumi.
5. Ribolla gialla Brut Collavini, Colli Orientali del Friuli. 20 euro.
Una ragione di vita per Manlio Collavini, il vignaiolo che 40 anni fa ha valorizzato questo vitigno dimenticato. In molti l’hanno seguito, ma il suo rimane una pietra miliare. E’ stato da poco premiato con i Tre bicchieri dal Gambero rosso. Uno spumante che riposa in cantina quasi 4 anni, dal sapore morbido e intenso.
6. Millesimato Cantina della Volta. 20 euro.
Lambrusco di Sorbara bianco, possibile? E’ stata l’idea lanciata da Christian Bellei, da Bomporto, in provincia di Modena, sulla riva del fiume Secchia. Il vino viene affinato per 34 mesi sui lieviti. La bottiglia è avvolta da una carta che resiste agli ultravioletti color vermiglio, così solo prima di stappare si scopre che è un bianco.
7. Ubaldo Rosi Verdicchio Doc, Colonnara. 27 euro.
Fresco come l’aria della col- lina, a quota 500 metri, sulla quale crescono le vigne di Verdicchio. Un Brut Metodo classico che per cinque anni di affina sui lieviti. Porta il nome del protagonista ottocentesco degli spumanti marchigiani. L’azienda è a Cupramontana, in provincia di Ancona: è una cooperativa. I 19 soci fondatori sono diventati 110. Il vino è intenso e robusto quanto basta per un equilibrio elegante.
8. Bellone Spumante Igp Lazio, Omina Romana. 19 euro
Anton F. Börner è un manager tedesco di Ingolstadt, presidente della Federazione per il commercio estero, amico della cancelliera Angela Merkel. Quando è arrivato sui colli romani, ha puntato sui vitigni internazionali, conservando però uno spazio per il Bellone, vitigno territoriale della zona vulcanica a Sud di Roma, già citato da Plinio. E’ questo Metodo Charmat il vino di Omina romana che spicca per i delicati profumi di fiori e per la succosità.
9. Terzavia Doc Sicilia, Marco De Bartoli. 25 euro.
Un Metodo classico con uve Grillo che rappresenta il test siculo-francese della importante cantina di Marsala, fondata da Marco De Bartoli e ora condotta dai figli Renato, Sebastiano e Giuseppina. Un Brut da vigneti di 30 anni, che si affina per 18 mesi sui lieviti. Un Blanc de Blanc non dosato e non filtrato. Il vino base si affina per metà in contenitori di acciaio per dodici mesi, il resto evolve in recipienti di rovere francese, sui propri lieviti. Profuma di limone e mandorla.
10. Noblesse Metodo classico Benanti, 22 euro. Da vigneti sull’Etna con 80 anni d’età. A base di uve Carricante per il 90%, assemblato con altre varietà autoctone, allevate ad alberello in parte precedenti al flagello della filossera che ha sterminato le piante italiane. Ha un particolare profumo di zagara, e promette un sorso armonico e piacevole. Benanti è stato uno dei primissimi vignaioli, nel 1988, a sbarcare sull’Etna, continuando la tradizione del nonno suo omonimo. Dopo di lui, decine e decine di produttori da ogni parte d’Italia l’hanno seguito, confermando l’intuizione. Il Carricante, assieme al Nerello Mascalese, è uno dei vitigni simbolo del vulcano. Questa versione, che resta per 18 mesi sui lieviti, è una visione insolita ma piacevole della potenza dell’Etna.