Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
A tutte erbe (spontanee)
Dal Carso alla Carnia, da Raveo a Banne, nel Triestino, giovani e meno giovani riscoprono il potere di bacche e piante dimenticate, dall’aglio ursino alla portulaca
Talvolta hanno un’idea imprenditoriale chiara, talaltra si muovono spinti soprattutto dalla passione, spesso devono superare assurde difficoltà burocratiche, ma in Friuli Venezia Giulia sono sempre di più gli imprenditori che si dedicano alla raccolta e coltivazione di erbe spontanee, aromatiche e officinali. Dalla Carnia sino al Carso, l’uso delle erbe ha una tradizione antica, ma che nei decenni del boom economico era andata sparendo. Da qualche tempo, però, alcuni coraggiosi hanno iniziato a riscoprire le antiche ricette, a raccogliere o coltivare erbe e piante ormai dimenticate, realizzando prodotti alimentari, erboristici o cosmetici di assoluto pregio. É un movimento in crescita che oggi conta un’associazione (l’Arpe), una ventisapori na di operatori e che diventa sempre più interessante per il recupero di aree incolte e, in prospettiva, anche per i risvolti economici e occupazionali.
Fra i pionieri c’è Uberto Pecol dell’azienda Pecol Sapori Alpini di Raveo (Ud) che da 20 anni riscopre le tradizioni locali nell’uso e coltivazione naturale delle erbe realizzando sciroppi di olivello spinoso, sambuco, ribes, confetture di rabarbaro o ribes nero, creme di mele, sambuco e olivello, nonché i savors (miscela di 12 dell’orto) da usare per insaporire. Recentemente, poi, sta proponendo con successo l’aperitivo BoBes a base di ribolla gialla e sciroppo di ribes rosso. «Ho studiato agraria – racconta – e ho sempre voluto sviluppare un’iniziativa agricola in linea con le tradizioni della mia terra. Ho, quindi, individuato le erbe officinali e i frutti di bosco come le due coltivazioni fattibili su piccole dimensioni e che potevano essere trasformate in prodotti ad alto valore aggiunni. to, apprezzati sul mercato da chi cerca qualità e naturalità».
A Banne sul Carso triestino, opera, invece, Martina Malalan che seguendo la passione per la botanica è arrivata a laurearsi in Farmacia e tecniche erboristiche e, quindi, a fondare nel 2010 la Puress.oil, azienda che coltiva biologicamente piante aromatiche e medicinali (santoreggia, malva, verbena, issopo, timo cedrino e altre) trasformandole in olii essenziali, tisane, sali aromatizzati, unguenti e sapo- «Ci tenevo – spiega - a valorizzare il difficile territorio in cui sono nata e le sue piante. L’impresa non è semplice e ha tempi lunghi, tant’è che la affianco alla gestione di un’erboristeria a Trieste, ma un po’ alla volta stanno arrivando i primi risultati».
Di raccolta di erbe spontanee quali pungitopo, portulaca, finocchio di mare, aglio ursino, in aree remote del Carso e della essiccazione con un essiccatoio autoprodotto si occupano Alan, Micol e Giulio tre giovani che nel 2015 hanno fondato la cooperativa Essenze del Carso a Fogliano (Gorizia) che produce sottolii, tisane, sali aromatici, ma gestisce anche un bar con prodotti a km zero e organizza corsi per far conoscere le erbe spontanee.
A Sutrio (Ud), poi, dal 2008 il tecnico agrario Chiara Fantinato, veneta trasferitasi in Carnia, porta avanti con passione l’azienda agricola «Riu dal Mus», raccogliendo e coltivando, piante alimurgiche come ortica, silene, tarassaco, melissa, menta, monarda, ecc, per poi venderle fresche o essiccarle per realizzare infusi, tisane, sali aromatizzati, prodotti da forno. A tutto ciò unisce l’allevamento di alcuni asinelli che utilizza per percorsi didattici con i bambini e con i turisti che guida alla scoperta della natura locale.