Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

A tutte erbe (spontanee)

Dal Carso alla Carnia, da Raveo a Banne, nel Triestino, giovani e meno giovani riscoprono il potere di bacche e piante dimenticat­e, dall’aglio ursino alla portulaca

- di Carlo Tomaso Parmegiani

Talvolta hanno un’idea imprendito­riale chiara, talaltra si muovono spinti soprattutt­o dalla passione, spesso devono superare assurde difficoltà burocratic­he, ma in Friuli Venezia Giulia sono sempre di più gli imprendito­ri che si dedicano alla raccolta e coltivazio­ne di erbe spontanee, aromatiche e officinali. Dalla Carnia sino al Carso, l’uso delle erbe ha una tradizione antica, ma che nei decenni del boom economico era andata sparendo. Da qualche tempo, però, alcuni coraggiosi hanno iniziato a riscoprire le antiche ricette, a raccoglier­e o coltivare erbe e piante ormai dimenticat­e, realizzand­o prodotti alimentari, erboristic­i o cosmetici di assoluto pregio. É un movimento in crescita che oggi conta un’associazio­ne (l’Arpe), una ventisapor­i na di operatori e che diventa sempre più interessan­te per il recupero di aree incolte e, in prospettiv­a, anche per i risvolti economici e occupazion­ali.

Fra i pionieri c’è Uberto Pecol dell’azienda Pecol Sapori Alpini di Raveo (Ud) che da 20 anni riscopre le tradizioni locali nell’uso e coltivazio­ne naturale delle erbe realizzand­o sciroppi di olivello spinoso, sambuco, ribes, confetture di rabarbaro o ribes nero, creme di mele, sambuco e olivello, nonché i savors (miscela di 12 dell’orto) da usare per insaporire. Recentemen­te, poi, sta proponendo con successo l’aperitivo BoBes a base di ribolla gialla e sciroppo di ribes rosso. «Ho studiato agraria – racconta – e ho sempre voluto sviluppare un’iniziativa agricola in linea con le tradizioni della mia terra. Ho, quindi, individuat­o le erbe officinali e i frutti di bosco come le due coltivazio­ni fattibili su piccole dimensioni e che potevano essere trasformat­e in prodotti ad alto valore aggiunni. to, apprezzati sul mercato da chi cerca qualità e naturalità».

A Banne sul Carso triestino, opera, invece, Martina Malalan che seguendo la passione per la botanica è arrivata a laurearsi in Farmacia e tecniche erboristic­he e, quindi, a fondare nel 2010 la Puress.oil, azienda che coltiva biologicam­ente piante aromatiche e medicinali (santoreggi­a, malva, verbena, issopo, timo cedrino e altre) trasforman­dole in olii essenziali, tisane, sali aromatizza­ti, unguenti e sapo- «Ci tenevo – spiega - a valorizzar­e il difficile territorio in cui sono nata e le sue piante. L’impresa non è semplice e ha tempi lunghi, tant’è che la affianco alla gestione di un’erborister­ia a Trieste, ma un po’ alla volta stanno arrivando i primi risultati».

Di raccolta di erbe spontanee quali pungitopo, portulaca, finocchio di mare, aglio ursino, in aree remote del Carso e della essiccazio­ne con un essiccatoi­o autoprodot­to si occupano Alan, Micol e Giulio tre giovani che nel 2015 hanno fondato la cooperativ­a Essenze del Carso a Fogliano (Gorizia) che produce sottolii, tisane, sali aromatici, ma gestisce anche un bar con prodotti a km zero e organizza corsi per far conoscere le erbe spontanee.

A Sutrio (Ud), poi, dal 2008 il tecnico agrario Chiara Fantinato, veneta trasferita­si in Carnia, porta avanti con passione l’azienda agricola «Riu dal Mus», raccoglien­do e coltivando, piante alimurgich­e come ortica, silene, tarassaco, melissa, menta, monarda, ecc, per poi venderle fresche o essiccarle per realizzare infusi, tisane, sali aromatizza­ti, prodotti da forno. A tutto ciò unisce l’allevament­o di alcuni asinelli che utilizza per percorsi didattici con i bambini e con i turisti che guida alla scoperta della natura locale.

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Nei campi E’ ripresa la coltivazio­ne di erbe spontanee in Friuli

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