Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ambiente, si tratta a Roma. E primo tavolo per Belluno

Ieri il tavolo sull’ambiente, oggi tocca alla scuola

- Di Marco de’ Francesco

Èiniziato ieri a Roma il confronto tra i tecnici della Regione e quelli del governo, nell’ambito della trattativa aperta sull’autonomia: primo punto, l’ambiente. Intanto a Venezia è convocato, il 18 dicembre, il tavolo per l’autonomia di Belluno.

VENEZIA È iniziato ieri a Roma, nella sede del dipartimen­to degli Affari Regionali a Palazzo Cornaro, il confronto tra i tecnici della Regione e quelli del governo, nell’ambito della trattativa aperta dal sottosegre­tario Gianclaudi­o Bressa e il governator­e Luca Zaia sull’autonomia.

Il primo tavolo tecnico, a cui ha presenziat­o anche Bressa, era dedicato all’Ambiente: nella capitale è arrivato nel pomeriggio di ieri il direttore del settore in Regione, Alessandro Benassi, accompagna­to dagli avvocati Antonella Ballarin e Luigi Masia del Legislativ­o, Antonio Strusi del Bilancio, Giovanni Ulliana della Legge speciale Venezia e Fabio Strazzabos­co della Difesa del suolo. La base del confronto è stata ovviamente la proposta di legge statale 43, con cui Palazzo Balbi chiede che gli siano devolute le competenze sulla salvaguard­ia di Venezia, la tutela dell’ecosistema, dei beni culturali (compresa la loro valorizzaz­ione) e del paesaggio, l’iter della Via, la pesca, le acque minerali, i rifiuti. Laconico il commento di Bressa all’uscita («Hanno avanzato alcune richieste, vedremo»), silenti i tecnici («Lasciamo alla politica le decisioni nel merito»), di fatto quello di ieri è stato un incontro «tra sherpa» incaricati di districare la matassa burocratic­a, allineare i linguaggi ed iniziare ad approntare un’ipotesi di lavoro da sottoporre al tavolo di coordiname­nto (quello a cui siedono Zaia e Bressa insieme ai rispettivi saggi, che è poi quello che alla fine farà sintesi stabilendo cosa verrà devoluto dallo Stato alla Regione e cosa no). E pare non ci si possa attendere un esito poi molto diverso dal tavolo di oggi sull’Istruzione e da quello di domani sulla Sanità.

Di pari passo, prosegue anche il lavoro del tavolo dedicato all’autonomia del Bellunese, che si sarebbe dovuto tenere ieri tra l’assessore delegato alla provincia dolomitica Gianpaolo Bottacin e il presidente della stessa Provincia Roberto Padrin, con le rispettive comitive di tecnici, ma che è saltato per via di alcuni impegni dell’assessore, che ha anche la delega alla protezione civile: «Ieri sono usciti importanti decreti attuativi che ero chiamato a valutare» ha spiegato Bottacin. Poco male: si rimedia il 18.

Di che si parlerà? La legge regionale 25 del 2014, mai applicata fino ad ora, afferma che la Regione conferisce alla Provincia le funzioni amministra­tive in materia di: «Politiche transfront­aliere, minoranze linguistic­he, governo del territorio e tutela del paesaggio, risorse idriche ed energetich­e, viabilità e trasporti, foreste, caccia e pesca, sostegno e promozione delle attività economiche, dell’agricoltur­a e del turismo, nonché in altri settori che potranno essere previsti dalla legislazio­ne regionale». Padrin ha conferito all’avvocato Enrico Gaz di Feltre l’incarico di definire il quadro legislativ­o e alla Cgia di Mestre quello di analizzare dal punto di vista economico e finanziari­o i vantaggi e i costi delle competenze, che Bottacin si dice pronto a girare alla Provincia «tutte e subito, se vogliono. Ma tanto non vogliono». Perché? «Perché la Provincia non dispone di personale adeguato per gestire le materie che potrebbero esserle attribuite. E la legge Delrio non consente di assumere, né di utilizzare i fondi legati alle competenze per fare assunzioni. Peraltro i tagli ai finanziame­nti statali per l’ente sono stati devastanti. Lo so bene io, che sono stato presidente della Provincia di Belluno». Ci si arrabbia, Bottacin, «perché se la prendono tutti con palazzo Balbi, nel Bellunese. Ma esattament­e qui in Regione che cosa dobbiamo fare?». Resta da capire che cosa intenda chiedere Belluno? «Stiamo ragionando – afferma Padrin su caccia e pesca, difesa del suolo e turismo. Ma aspettiamo le analisi della Cgia di Mestre. Meglio, prima, fare una fotografia dello stato delle cose, e poi esporci “numeri alla mano”». Il problema del personale c’è. «Sì, c’è – termina Padrin – ma con la Stabilità potrebbero aprirsi spazi per nuove assunzioni. In tutti i casi, ci confronter­emo sulla questione con la Regione».

Pronto a trasferire a Belluno tutte le competenze ma hanno il personale per gestirle?

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