Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Benetton e le accuse al management I dipendenti: «Ora venga a parlarci»
I sindacati chiedono un incontro col fondatore
Dopo la scossa data da Luciano Benetton all’azienda e il ritorno a ruoli operativi, i sindacati vogliono incontrarlo: «Parli ai suoi dipendenti».
PONZANO (TREVISO) L’equipaggio vuole vedere il comandante. Il piano industriale è un’altra cosa, lo si vedrà con il tempo. Ma adesso Luciano Benetton si faccia vedere dai dipendenti, l’effetto motivazionale e di tranquillità che si otterrebbe è garantito. Lo hanno chiesto ieri le segreterie dei tessili di Cgil, Cisl e Uil di Treviso, assieme alle Rsu di Ponzano, incontrando il capo del personale, Paolo Vasquez. L’appuntamento era in agenda da settimane, c’è un integrativo aziendale che scade il 31 dicembre da rinnovare, con premi di risultato e quant’altro da decidere per il 2018. Però il tema è diventato secondario. I sindacati hanno bisogno di capire cos’abbia in mente un uomo di 82 anni come Luciano Benetton, che ha dato sostanzialmente dell’incapace a ciascuno dei troppi manager assunti negli ultimi anni e che adesso riprende il timone perché questo mare sembra lo conosca solo lui. Che l’azienda trovi dunque il modo di organizzare un incontro prima di Natale, visto che l’assemblea dell’11 dicembre è già stata fatta saltare, perché non si può navigare con questa nebbia fino alla Befana. Benetton Group dica almeno chi sia titolato a parlare in nome e per conto dell’ex presidente ora presidentissimo, ma niente di meglio se fosse lui in persona.
Nicola Brancher, segretario della Femca Cisl di Treviso Belluno, per mestiere oltre a Benetton segue da anni anche Luxottica e il parallelo gli viene facile: «Quando, ad Agordo, escono dalla cena di Natale con Leonardo Del Vecchio, i lavoratori sono carichi, galvanizzati, motivati. Alla fine le persone lavorano per le persone». Perché no, dunque, un bagno di folla anche per Luciano? Il rapporto fra costo e beneficio sarebbe straordinario. «Immagino sia più un desiderio che una prospettiva realistica – aggiunge Brancher – e teniamo comunque conto, come abbiamo già detto, che il ritorno della famiglia alla guida è una precondizione per tutto quanto di buono speriamo avvenga in seguito».
«I lavoratori hanno chiesto Luciano, non gli altri fratelli – concorda Cristina Furlan, segretaria Filtcem Cgil – e, pure se può sembrare retorico, che lo abbiano sempre amato è un dato di fatto. In azienda non lo vedevano da anni, ultimamente qualche rapida apparizione c’è stata e questo è bastato a far lievitare le aspettative. Non ci vogliono analisi profonde per capire, dall’interno, che la macchina non funziona».
Un riscontro, comunque vada, potrebbe arrivare forse già oggi e, al netto delle componenti emotive, un faccia a faccia almeno con i sindacati appare importante anche rispetto al tema dell’integrativo. «Se, come si apprende dall’intervista rilasciata, Benetton non prevede un ritorno all’utile in tempi brevi – si chiede Rosario Martines (Uiltec Uil) - come possiamo avere un parametro sul quale strutturare i premi di risultato? La parte normative dell’integrativo c’è ma la componente centrale è quella economica». Infine, c’è un verbo usato nell’intervista da Luciano che non suona bene: quell’ «alleggerire» che si teme possa essere inteso in senso occupazionale. Le feste, con questo dubbio, è meglio non attraversarle.