Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Luca Toni vince in Cassazione L’inchiesta sulla Proprestige ritorna davanti al giudice
Vizio di forma, i legali del calciatore non avvertiti dell’archiviazione
Un vizio di forma riapre il caso della presunta truffa legata a degli investimenti fatti dalla società ProPrestige, nella quale erano coinvolti molti calciatori famosi.
L’ex attaccante e campione del mondo Luca Toni, uno degli sportivi che aveva sporto denuncia contro i vertici della società che gli avrebbe dovuto restituire (a suo dire) milioni di euro, non ha ricevuto infatti dalla Procura di Padova la comunicazione della richiesta di archiviazione del caso. Il fascicolo è stato pertanto archiviato da parte del giudice per le indagini preliminari senza che i legali del calciatore potessero prendere visione della richiesta della Procura e produrre, a loro volta, l’opposizione all’archiviazione. Di fronte a questa mancanza la corte di Cassazione, cui i legali di Toni si erano rivolti per annullare il procedimento, ha dato ragione al calciatore. Nell’udienza del 16 novembre scorso la seconda sezione della Suprema Corte (presidente il giudice Giacomo Fumu) ha così accolto il ricorso di Toni, ha annullato il provvedimento di archiviazione e rinviato le carte alla procura della Repubblica di Padova che ora dovrà rifare l’iter avvisando il campione di calcio.
Si finirà quindi di nuovo davanti a un giudice che dovrà tener conto sia delle istanze del pubblico ministero che non aveva ravvisato alcun raggiro da parte dei vertici della società, sia del memoriale del calciatore che ribadirà la propria versione dei fatti e che potrebbe quindi far riaprire l’inchiesta. Al centro del contendere c’è la ProPrestige, finita nel mirino della Guardia di Finanza già nel 2014, quando il fascicolo venne trasferito dal tribunale fallimentare alla Procura. Ai vertici della società vi erano Ugo Antonio Barchiesi, potentino ma residente in centro storico, e il suo socio padovano Fabio Viero.
L’oggetto sociale della ProPrestige era raccogliere investitori e ristrutturare ville e castelli tra Austria e Germania per farne hotel di lusso. I soci che credettero in questo progetto erano molto noti nell’ambiente sportivo, oltre a Luca Toni (seguito nella parte civile dall’avvocato fiorentino Guido Ferradini) c’erano Bosko Jankovic, Sebastian Frey, Riccardo Montolivo. Anche l’ex assessore alla sicurezza di Padova Maurizio Saia appoggiò l’iniziava e vi partecipò con una quota consistente. L’investimento complessivo si aggirava sui 4 milioni e 400mila euro. Ma una volta sottoscritte le partecipazioni le compravendite andarono in fumo: non se ne fece più nulla. E soci non riebbero mai più indietro i loro soldi. Che ne è stato degli oltre quattro milioni? Barchiesi e Viero diedero le loro giustificazioni ma né il pm né il giudice gli credettero, e i due sono stati condannati a cinque anni di pena ciascuno per bancarotta fraudolenta, e hanno dovuto versare una provvisionale immediatamente esecutiva di 6 milioni di euro. Rimaneva però ancora in piedi l’ipotesi di truffa, che aveva seguito un percorso autonomo rispetto a quello della bancarotta. Ebbene secondo il magistrato quell’accusa non stava in piedi pertanto ha deciso di archiviare, e con lui ha convenuto anche il gip. Ma nessuno ha avvisato Luca Toni, impedendogli così di espletare il diritto di opporsi. Ora dovrà essere fissata una nuova udienza davanti al giudice.
La fanfara del Terzo Reggimento «Lombardia» si è esibita ieri all’Arcella e a Palazzo Moroni. In serata al Teatro Verdi il concerto alla presenza del comandante dei carabinieri generale Giuseppe La Gala e del generale di brigata Aldo Visone. (a.pist.)