Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La villa della Gomorra veneta resta allo Stato
Per la Suprema corte la casa di Giuriatti è stata presa con proventi della mafia
Ha tentato di tutto per riappropriarsi di casa sua, ma alla fine è arrivata la Cassazione a mettere nero su bianco che le case comprate con i soldi sporchi dei mafiosi sono dello Stato, e non si toccano.
Johnny Giuriatti, padovano, vertice di quella che venne definita la «Gomorra made in Veneto», nota alle cronache come «inchiesta Aspide», è stato condannato nel 2013 a quasi 12 anni di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso, per aver spolpato aziende con usura e minacce, facendosi braccio operativo della malavita napoletana.
La sua condanna è divenuta definitiva nel 2016. Come accade in casi come questi la sezione delle misure di prevenzione della Corte d’Appello di Venezia ha proceduto confiscare definitivamente il bene precedentemente sequestrato a Giuriatti e alla moglie, ovvero una villetta al civico 25 di via Ca’ Fioretti a Saccolongo. Ma Giuriatti voleva rimetterci le mani.
Una volta informato della confisca definitiva del tribunale veneziano il padovano dal carcere ha dato disposizione ai suoi avvocati di procedere fino in Cassazione per chiedere la restituzione della villetta, dicendo che non vi erano prove che fosse stata realizzata con i soldi delle estorsioni e delle minacce cui sottoponeva, insieme ai complici, decine di imprenditori intimoriti da armi e pestaggi.
Ebbene la prima sezione penale della Suprema Corte presieduta dal giudice Francesco Maria Silvio Bonito ha spiegato in dieci pagine i motivi per cui la casa resta allo Stato, rimesso nero su bianco le ragioni della sentenza che ha portato alla maxi-condanna, e sottolineato come nel periodo in cui la casa è stata acquistata, ovvero il momento in cui sono stati accesi i mutui, Giuriatti e la moglie non dichiaravano allo Stato nemmeno il minimo necessario per il sostentamento di base, è chiaro che la casa è stata quindi acquista con illeciti mafiosi ed è altrettanto chiaro che non gli va restituita.
Giuriatti è stato condannato a pagare le spese processuali.