Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il Cuoa fuori dalla Top 95 europea «Adesso ci serve più Università»
PADOVA «E il Cuoa dov’è?». Fabrizio Dughiero, prorettore al trasferimento tecnologico dell’Università di Padova, lancia la domanda sulla sua bacheca Fb, accanto a un articolo del Financial Times con la classifica delle 95 migliori business school europee. Al primo posto c’è la London Business School e le italiane sono tre: Bocconi al sesto posto, Politecnico di Milano al 41esimo, Luiss (new entry) al 93esimo. Della business school di Altavilla Vicentina invece non c’è traccia. «Si potrebbe fare di più», commenta Dughiero. «Ovviamente sì. E ci sono tutte le condizioni», replica Paolo Gubitta, presidente del corso di laurea in Economia al Bo e direttore scientifico dell’Area Imprenditorialità di Fondazione Cuoa.
«Questi ranking sono importanti per migliorarsi, ma lo sono soprattutto per chi ha attrattività internazionale – commenta Federico Visentin, presidente di Cuoa Business School -. Noi siamo ancora focalizzati sul Nordest e stiamo cercando di allargare gli orizzonti, tanto che le iscrizioni da fuori regione sono in aumento e ci sono anche i primi iscritti stranieri. La visibilità ci interessa e noi vogliamo sfondare, ma il percorso per l’aumento della reputazione richiede investimenti in termini di comunicazione». Ranking a parte, gli ultimi riscontri sono positivi: «I nostri sondaggi dimostrano che chi ha avuto occasione di conoscerci ci apprezza molto – continua Visentin -. Negli ultimi due anni, i soci sostenitori sono passati da 14 a più di cento. Purtroppo non possiamo competere con le tre italiane al top perché loro hanno un’università alle spalle: noi abbiamo rapporti stretti con gli atenei del Nordest ma non siamo una loro emanazione. E nel piano del 2018 chiediamo proprio un vincolo reciproco più impegnativo». Gubitta ricorda che il Cuoa «ha sistemato i conti, consolidato alcune aree e sviluppato iniziative sul fronte internazionale». Resta il gap col mondo accademico: «Ora si sta lavorando in questa direzione e penso che “imitando” quelli che stanno davanti si possano trarre buoni spunti, a partire dalla Luiss». (a.m.)