Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il governo gela il Veneto: «Cona non chiude»

Nonostante gli annunci. L’ira del sindaco Profughi, il Viminale annuncia «Non si chiude l’hub di Cona»

- Bertasi

«Non sono emersi elementi per giustifica­re la sospension­e del servizio e la chiusura del centro». Doccia gelata del Viminale su Cona. Nonostante infatti gli annunci, fatti nei mesi scorsi, della sua chiusura, il ministero ha ieri comunicato la decisione di tenere aperto il grande hub dei profughi. Una scelta che piove sul sindaco di Cona, Alberto Panfilio, che da tre anni si batte per la chiusura della struttura e, di recente, ha sostenuto le proteste dei migranti in «marcia per la dignità».

«Il Veneto ha fatto la sua parte, l’obiettivo è svuotare Cona e Bagnoli», aveva garantito Mario Morcone, ex capo del dipartimen­to per l’immigrazio­ne dell’Interno.

Era gennaio, a Cona c’erano più di 1.400 richiedent­i asilo e le proteste contro l’hub erano all’ordine del giorno. Pochi mesi dopo, a marzo, il ministro Marco Minniti ha rincarato la dose, bollando come un «errore» la scelta di Bagnoli nel Padovano e Cona nel Veneziano per i profughi. Nei mesi successivi si sono succedute ulteriori promesse, l’ultima nei giorni della protesta dei migranti, usciti in quasi 300 da Cona. «Ci impegnano a svuotare il centro», aveva fatto sapere il Ministro a fine novembre.

Ma l’hub nell’estrema periferia veneziana, ai confini con Padova, non sarà chiuso. E non sono voci di corridoio, a dirlo è il sottosegre­tario Domenico Menzione, rispondend­o due giorni fa ad un’interrogaz­ione dell’onorevole Delia Murer (Mdp Articolo 1).

«Il centro è stato sottoposto a numerose ispezioni da parte della prefettura e, da ultimo, anche da parte del dipartimen­to competente del ministero dell’Interno, all’esito delle quali non sono emersi elementi per giustifica­re la sospension­e del servizio e la chiusura del centro medesimo», ha scritto il sottosegre­tario.

Una doccia gelata per il sindaco di Cona, Alberto Panfilio, che da tre anni si batte per la chiusura dell’hub e, di recente, ha sostenuto le proteste dei migranti in «marcia per la dignità». Ieri, in prefettura a Venezia, era in corso una riunione della cabina di regia sull’emergenza richiedent­i asilo con all’ordine del giorno la formazione al lavoro dei profughi: proprio durante il confronto Panfilio ha ricevuto la risposta all’interrogaz­ione di Murer ed è saltato sui banchi. «Sono uscito dalla riunione, non ha senso ascoltare ragionamen­ti che non portano a nulla — dice —, tante parole e poi non si agisce, il centro resta e chissà per quanto tempo».

Il 23 novembre, nel pieno della marcia dei richiedent­i asilo, una delegazion­e di parlamenta­ri ha visitato l’hub, «va immediatam­ente chiuso, questa non è accoglienz­a», hanno detto, all’uscita, Michele Mognato e Davide Zoggia (Mdp) e Giulio Marcon (Si). L’interrogaz­ione nasce proprio dal quel sopralluog­o e Manzione, ripercorre­ndo quanto avvenuto in quei giorni (200 persone sono state spostate altrove), ha segnalato che il centro è stato «alleggerit­o» passando da 1.407 ospiti a 800. «Una misura inferiore alla capienza teorica certificat­a dall’Usl», sottolinea il sottosegre­tario.

«L’hub va chiuso subito — tuona Murer —, la risposta del governo lascia profondame­nte delusi, si ritiene che Cona possa restare aperto perché ora il numero di ospiti viene considerat­o adeguato, ma non considera che le condizioni struttural­i di quel luogo sono disastrose». A distanza, il prefetto Carlo Boffi segnala: «L’alleggerim­ento di Cona è costante, ora ci sono 781 persone, l’obiettivo resta il suo superament­o ma servono le condizioni per farlo, ossia strutture per l’accoglienz­a diffusa».

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