Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ospedale, esclusa «Finanza e Progetti»
Padova Est, respinto il ricorso della società che aveva chiesto 15o milioni di danni
La società «Finanza e Progetti» è definitivamente fuori dai giochi per la costruzione del nuovo ospedale. Ieri il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dalla società che aveva chiesto un risarcimento danni a Regione e Comune da 150 milioni di euro. «F&P», che aveva proposto un project financing per il vecchio progetto, ormai bocciato, dell’ospedale a Padova Ovest, chiedeva di essere inserita nel piano di costruzione del nuovo polo a Padova Est.
«Finanza e Progetti» (F&P), stavolta in maniera definitiva, esce dalla partita del nuovo ospedale della città del Santo. E quindi Regione e Comune, ai quali era stato chiesto un risarcimento-danni «monstre» da 150 milioni di euro, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Ieri il Consiglio di Stato, a firma del presidente della terza sezione Marco Lipari, ha respinto il ricorso in appello presentato a gennaio scorso dalla compagine controllata a metà dalla «Servizi Italia Spa» di Parma e dal fondo londinese «Lend Lease Cemea Investments».
Il ricorso domandava l’annullamento della sentenza del Tar (Tribunale amministrativo regionale) che, a ottobre 2016, aveva rigettato l’istanza della stessa «F&P» contro le giunte di Palazzo Balbi e di Palazzo Moroni. Colpevoli, secondo la società difesa dall’avvocato Vittorio Domenichelli e diretta (circa fino a due anni fa) dalla vicentina «Palladio Finanziaria Spa», di non aver rispettato un altro pronunciamento del Tar, datato maggio 2015. Quest’ultimo, che allora aveva accolto un altro ricorso di «F&P» contro Regione e Comune, aveva stabilito che la compagine angloitaliana dovesse comunque essere coinvolta nell’iter relativo alla realizzazione del nuovo ospedale. La cui «location», nel frattempo, era stata trasferita da Padova Ovest a Padova Est.
Un coinvolgimento, quello disposto dal Tar che, a detta di «F&P», società proponente del vecchio project financing quando si prevedeva di costruire il nuovo polo medico-sanitario nell’area di corso Australia, non sarebbe mai avvenuto.
Tanto che, un anno dopo, il gruppo difeso da Domenichelli era tornato a rivolgersi al Tar, che però, come già ricordato sopra, gli aveva dato torto. Lo stesso torto ieri ribadito dal Consiglio di Stato che ha così estromesso definitivamente «F&P» dalla partita del nuovo ospedale, giudicando «infondato» il ricorso in appello e affermando che «la sentenza impugnata merita integrale conferma».
Cantano vittoria gli avvocati della Regione, Ezio Zanon, del Comune, Fulvio Lorigiola e dell’Azienda ospedaliera, Bruno Barel, interessata direttamente dalla causa. E si unisce al coro, anche Massimo Bitonci, sindaco all’epoca dei fatti. «Prima il Tar e poi il Consiglio di Stato hanno confermato in toto la bontà della procedura amministrativa adottata per trasferire la localizzazione del futuro polo della salute da Padova Ovest a Padova Est. E ciò significa che io e il governatore del Veneto Luca Zaia — sottolinea l’ex senatore leghista — abbiamo fatto le cose per bene, non arrecando danni ai privati. E adesso, quindi, il mio successore Sergio Giordani non ha più scuse: ceda gratuitamente le aree di San Lazzaro alla Regione e firmi l’Accordo di programma per dare finalmente il via libera alla realizzazione del nuovo ospedale. Non è più ammissibile perdere altro tempo».
Immediata la replica del primo cittadino in carica. «Massimo rispetto per il consigliere d’opposizione Bitonci. Ma il mio interlocutore — puntualizza Giordani — è il presidente Zaia col quale, come promesso entro Natale, troveremo una soluzione condivisa per mantenere e implementare l’eccellenza della medicina e della sanità padovana». Una soluzione che, come sembra ormai scontato, prevede il cosiddetto «doppio polo». Ovvero, da un lato, la conservazione in via Giustiniani di un ospedale di comunità e, dall’altro, la costruzione a Padova Est di un nuovo policlinico universitario. Il verdetto finale è atteso tra un paio di settimane. Non resta che aspettare.