Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Autonomia, vertice con Emilia e Lombardia sull’istruzione. Oggi scende a Roma Mantoan
Nuovo incontro, ieri a Roma, nell'ambito della trattativa sull’autonomia tra Regione e governo. Tema, stavolta, l’istruzione. Al tavolo, la delegazione di Palazzo Balbi, guidata dal dirigente Santo Romano, e quella del ministero dell’Istruzione, di cui faceva parte anche l’ex dirigente dell’ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo, ora responsabile del personale al dicastero. L’incontro, a differenza di quello di martedì sull’ambiente, si è svolto congiuntamente a Lombardia ed Emilia Romagna e si è incentrato sui temi inseriti nella proposta di legge 43, dal reclutamento dei docenti ai percorsi di alternanza lavoro. Oggi scenderà a Roma il direttore dell’area Sanità Domenico Mantoan, che prenderà parte al tavolo dedicato al tema che sta più a cuore al governatore Luca Zaia. Proprio Zaia ieri ha reso noto, come chiesto dal ministero, l’elenco delle 23 materie di cui il Veneto chiede la devoluzione, confermando la volontà di discuterle tutte, prendendo parte se necessario ai tavoli già aperti con Lombardia ed Emilia. (ma.bo.)
del Veneto». Nell’articolato però secondo Plebani manca il riconoscimento del valore aggiunto del valore internazionale degli Atenei. «La nostra Scuola di Medicina è accreditata nel mondo come la più autorevole e di qualità — spiega il direttore — ed è la prima nel ranking dell’Erasmus. L’internazionalizzazione dovrebbe diventare uno dei criteri di finanziamento delle Università».
Si concentra invece sull’autonomia del Sistema sanitario Andriano Benazzato, segretario regionale dell’Anaao, sigla degli ospedalieri che il 12 del mese sciopereranno per i tagli statali alla sanità e la loro condizione di «sottorganico e superlavoro non riconosciuto». «Io ho votato per l’autonomia del Veneto — rivela Benazzato — ma sono contrario a lasciare nelle mani delle Regioni la gestione della sanità. In questi anni abbiamo assistito al disastro totale, ogni realtà va per conto proprio e infatti sono nati 21 sistemi sanitari diversi, non contemplati dalla legge. La legge ne prevede uno solo, nazionale: bisogna essere attrezzati per gestire la materia — insiste il segretario dell’Anaao — e le Regioni non ne hanno i mezzi. Ci vogliono regole uguali per tutti». E a proposito di medici, ieri la Commissione Salute, esaminando la Finanziaria, ha avanzato al governo una serie di richieste, tra cui: il mantenimento del Fondo sanitario al 6,5% del Pil (114 miliardi di euro), anche per consentire i rinnovi contrattuali; la stabilizzazione dei ricercatori precari; altre duemila borse di studio per gli specializzandi; il rifinanziamento dell’ex articolo 20 per l’edilizia sanitaria e le tecnologie.