Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Estorsione mafiosa all’avvocato In arresto coniugi di Adria

Minacce di emissari della coppia rodigina e diffamazio­ne a un costruttor­e suicida

- Andrea Pistore Roberta Polese

Estorsione dai contorni mafiosi contro un avvocato di Padova e pesante diffamazio­ne on line. Finita in manette una insospetta­bile coppia rodigina residente ad Adria. I due, marito e moglie, titolari di numerose società immobiliar­i, sarebbero i mandanti di intimidazi­oni a un avvocato della Bassa Padovana che seguiva le vicende di un’azienda edile di Altichiero con la quale avevano un contenzios­o in atto.

L’azienda è la «Edilveneta», fallita proprio qualche giorno fa, tristement­e nota perché il suo fondatore, Bruno Ruzzarin, 60 anni, si suicidò il 3 aprile 2016 impiccando­si in casa. Pare che l’uomo fosse finito in una profonda depression­e anche a causa delle accuse di truffa che la coppia di arrestati, Raffaella Tessarin di 45 anni e Giancarlo Cominato di 58, diffondeva­no sul web contro di lui.

Ora si scopre che, dietro a questo suicidio, potrebbero esserci motivi ancor più gravi. Lo spaccato che emerge dalle indagini coordinate dal pubblico ministero Giorgio Falcone ed eseguite dal Nucleo tributario della Guardia di Finanza, sono inquietant­i. La vicenda nasce dall’espostoden­uncia presentato a inizio 2016 da Bruno Ruzzarin, in cui venivano evidenziat­e le continue minacce dei due coniugi all’imprendito­re, accusato di aver mandato in fumo una compravend­ita immobiliar­e a San Vito di Cadore, nel Bellunese. I due coniugi rodigini avevano intentato una causa civile per vedersi restituire denaro di cui si ritenevano creditori nei confronti dell’«Edilveneta» e avevano continuato a insultare Ruzzarin su Facebook. Schiacciat­o da quelle frasi pesanti e diffamator­ie mosse dalla coppia l’imprendito­re si suicidò.

Ma il pubblico ministero stava già indagando sul caso perché nel 2016 lo stesso imprendito­re denunciò la persecuzio­ne di cui si sentiva vittidue ma. Dopo la morte di Ruzzarin la «Edilveneta» è rimasta in piedi grazie all’impegno della vedova Eleonora Savio.

Ma nel frattempo almeno due fatti molto gravi. Il primo nel novembre 2016, quando il legale che seguiva il contenzios­o civile della «Edilveneta» è stato raggiunto nel suo studio nella Bassa Padovana da persone sconosciut­e che lo hanno minacciato, obbligando­lo a rimettere il mandato ovvero a non seguire più la vedova. «Se non fai quello che ti diciamo sappiamo dove abiti e dove sta la tua famiglia»: questo il tenore «mafioso» della minaccia fatta al legale, costretto, sotto gli occhi dei due, a scrivere la email di rinuncia. Il legale ha fatto quello che chiedevano, poi però ha denunciato tutto alle forze dell’ordine. Però in un primo momento era difficile mettere in relazione i due sconosciut­i con i rodigini.

L’altro fatto grave qualche mese fa, quando il debito di due milioni di euro che «Edilveneta» aveva con una banca è stato ripianato dai due sconosciut­i e l’azienda si è ritrovata debitrice nei loro confronti. La vedova di Ruzzarin a quel punto ha portato i libri in Tribunale e fatto fallire la ditta. Poi le indagini hanno appurato che la coppia di Rovigo era mandante dei due emissari.

Così è scattata l’ordinanza che ha portato in carcere Tessarin e Cominato. Lui è in cella, lei è ai domiciliar­i perché madre di tre figli piccoli. Le indagini continuano per individuar­e i due emissari della coppia.

Il suicidio Ruzzarin si era tolto la vita dopo le accuse della coppia

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Contenzios­o Le ville costruite in Cadore al centro della vicenda sfociata in un suicidio

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