Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Estorsione mafiosa all’avvocato In arresto coniugi di Adria
Minacce di emissari della coppia rodigina e diffamazione a un costruttore suicida
Estorsione dai contorni mafiosi contro un avvocato di Padova e pesante diffamazione on line. Finita in manette una insospettabile coppia rodigina residente ad Adria. I due, marito e moglie, titolari di numerose società immobiliari, sarebbero i mandanti di intimidazioni a un avvocato della Bassa Padovana che seguiva le vicende di un’azienda edile di Altichiero con la quale avevano un contenzioso in atto.
L’azienda è la «Edilveneta», fallita proprio qualche giorno fa, tristemente nota perché il suo fondatore, Bruno Ruzzarin, 60 anni, si suicidò il 3 aprile 2016 impiccandosi in casa. Pare che l’uomo fosse finito in una profonda depressione anche a causa delle accuse di truffa che la coppia di arrestati, Raffaella Tessarin di 45 anni e Giancarlo Cominato di 58, diffondevano sul web contro di lui.
Ora si scopre che, dietro a questo suicidio, potrebbero esserci motivi ancor più gravi. Lo spaccato che emerge dalle indagini coordinate dal pubblico ministero Giorgio Falcone ed eseguite dal Nucleo tributario della Guardia di Finanza, sono inquietanti. La vicenda nasce dall’espostodenuncia presentato a inizio 2016 da Bruno Ruzzarin, in cui venivano evidenziate le continue minacce dei due coniugi all’imprenditore, accusato di aver mandato in fumo una compravendita immobiliare a San Vito di Cadore, nel Bellunese. I due coniugi rodigini avevano intentato una causa civile per vedersi restituire denaro di cui si ritenevano creditori nei confronti dell’«Edilveneta» e avevano continuato a insultare Ruzzarin su Facebook. Schiacciato da quelle frasi pesanti e diffamatorie mosse dalla coppia l’imprenditore si suicidò.
Ma il pubblico ministero stava già indagando sul caso perché nel 2016 lo stesso imprenditore denunciò la persecuzione di cui si sentiva vittidue ma. Dopo la morte di Ruzzarin la «Edilveneta» è rimasta in piedi grazie all’impegno della vedova Eleonora Savio.
Ma nel frattempo almeno due fatti molto gravi. Il primo nel novembre 2016, quando il legale che seguiva il contenzioso civile della «Edilveneta» è stato raggiunto nel suo studio nella Bassa Padovana da persone sconosciute che lo hanno minacciato, obbligandolo a rimettere il mandato ovvero a non seguire più la vedova. «Se non fai quello che ti diciamo sappiamo dove abiti e dove sta la tua famiglia»: questo il tenore «mafioso» della minaccia fatta al legale, costretto, sotto gli occhi dei due, a scrivere la email di rinuncia. Il legale ha fatto quello che chiedevano, poi però ha denunciato tutto alle forze dell’ordine. Però in un primo momento era difficile mettere in relazione i due sconosciuti con i rodigini.
L’altro fatto grave qualche mese fa, quando il debito di due milioni di euro che «Edilveneta» aveva con una banca è stato ripianato dai due sconosciuti e l’azienda si è ritrovata debitrice nei loro confronti. La vedova di Ruzzarin a quel punto ha portato i libri in Tribunale e fatto fallire la ditta. Poi le indagini hanno appurato che la coppia di Rovigo era mandante dei due emissari.
Così è scattata l’ordinanza che ha portato in carcere Tessarin e Cominato. Lui è in cella, lei è ai domiciliari perché madre di tre figli piccoli. Le indagini continuano per individuare i due emissari della coppia.
Il suicidio Ruzzarin si era tolto la vita dopo le accuse della coppia