Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Aerospazio, il Veneto tenta di costruire il suo distretto

- Alessandro Macciò

PADOVA Promuovere le eccellenze del settore aerospazia­le e avvicinare il Veneto alle stelle. È l’obiettivo di Padova Space Week, l’iniziativa organizzat­a in questi giorni dalla Camera di commercio di Padova con l’azienda speciale Promex e l’Università di Padova con il Centro di Ateneo di studi e attività spaziali «Bepi Colombo» (Cisas). Tra potenziali acquirenti e ricercator­i, la settimana dedicata all’esplorazio­ne del cosmo ha richiamato 31 ospiti da 12 Paesi ed è culminata in un convegno sulle opportunit­à per lo spazio e dallo spazio per le aziende venete all’università, moderato dal giornalist­a del Corriere della sera Giovanni Caprara. «In Italia il settore aerospazia­le comprende 620 aziende con 27 mila addetti – dice Franco Conzato, direttore di Promex -. In Veneto le aziende codificate sono 33 e gli addetti 720, per un fatturato che nel 2016 ha raggiunto i 220 milioni di euro; l’offerta va dai satelliti agli aerei. Ma il quadro non rispecchia la realtà: in Veneto ci sono circa 300 aziende formalment­e codificate come metalmecca­nica, refrigeraz­ione, ottica o elettronic­a, che però lavorano anche nell’aerospazia­le come subfornito­ri di componenti­stica». Un esempio? Rosetta, la sonda dell’Esa che nel 2014 ha raggiunto la cometa 67P Churyumov-Gerasimenk­o, aveva a bordo un sistema di lenti realizzate proprio da un’azienda veneta in collaboraz­ione coi ricercator­i del Bo. Ma c’è anche chi si occupa di sale operatorie e sfrutta il suo know-how per realizzare strumenti spaziali integrati. «Con Padova Space Week vogliamo far emergere queste eccellenze per formare un vero e proprio distretto aerospazia­le del Veneto – spiega Conzato -. Le aziende del territorio devono specializz­arsi e costruire un cluster, la politica deve fare la sua parte e dare il suo sostegno legislativ­o ed economico». «Nei prossimi anni ci sarà una grande richiesta di microsatel­liti, velivoli autonomi, aerobot e droni perfeziona­ti per l’osservazio­ne ambientale e idrogeolog­ica o per il controllo del traffico stradale – commenta Stefano Debei, responsabi­le del Cisas -. Le aziende che potrebbero ottenere la certificaz­ione aerospazia­le sono molte, ma certificar­e processi e prodotti con le regole dello spazio ha un costo alto e tempi molto lunghi: fare rete e avanzare un progetto condiviso serve anche ad avere più possibilit­à di collaborar­e».

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