Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sappada e i comuni di confine Tutte le responsabilità politiche
Quando dovremo spiegare a nipoti o pronipoti come sia potuto accadere che Sappada non sia più veneta e che il Piave ora nasca in Friuli non potremo dare la colpa solo a parlamentari lontani o all’attivismo dei politici friulani. Se saremo onesti dovremo dire con chiarezza che l’esito è stato anche – se non soprattutto - il frutto di pesanti errori politici locali. Il pensiero corre subito ai nulla-osta concessi da Belluno e da Venezia. Da Belluno perché il consiglio provinciale approvò a stragrande maggioranza una delibera (poi «rettificata» da un ordine del giorno del 2016) che, in nome del rispetto della volontà popolare, assicurava pieno appoggio al distacco. Analogamente da Venezia perché il consiglio regionale nel 2012 votò quasi all’unanimità una mozione che dava il via libera alla causa sappadina. Da ultimo, il Presidente Ciambetti ha sollevato invano obiezioni procedurali sulla inadeguatezza formale di quel pronunciamento di cui resta però l’indubbia valenza sostanziale. Si è così creato un precedente che mortifica l’idea di un legame provinciale e regionale da coltivare ed irrobustire come valore di chi abita la montagna e le zone di confine. Al sano vincolo comune «o tutti o nessuno» si sta sostituendo la formula del «qualcuno». Appare dirompente la forza distruttiva di un simile modo di procedere, soprattutto pensando alle decine di comunità con referendum già approvato. La fretta di dimostrarsi pro populo ha fatto perdere di vista l’esigenza di valutare i profili sovracomunali che ogni distacco comporta. Il trapasso non può essere inteso come un fatto puramente paesano, di unico interesse del Comune coinvolto, senza soppesare conseguenze e riflessi che toccano tutti i territori coinvolti. Qualcuno poi ha persino rispolverato il diritto all’autodeterminazione dei popoli, ma anche con molta fantasia riesce difficile teorizzare l’esistenza di popoli frazionali o municipali. Non è in gioco qualche chilometro quadrato in più o in meno per questa o quella provincia o regione. E’ in ballo pure la ragion d’essere delle nostre comunità di confine, la loro capacità di percepirsi difese e sostenute, di venire riconosciute e di identificarsi con quanti le hanno abbandonate al loro destino.
*Avvocato – Segretario della Rivista Amministrativa della Regione Veneto