Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sappada e i comuni di confine Tutte le responsabi­lità politiche

- Di Enrico Gaz*

Quando dovremo spiegare a nipoti o pronipoti come sia potuto accadere che Sappada non sia più veneta e che il Piave ora nasca in Friuli non potremo dare la colpa solo a parlamenta­ri lontani o all’attivismo dei politici friulani. Se saremo onesti dovremo dire con chiarezza che l’esito è stato anche – se non soprattutt­o - il frutto di pesanti errori politici locali. Il pensiero corre subito ai nulla-osta concessi da Belluno e da Venezia. Da Belluno perché il consiglio provincial­e approvò a stragrande maggioranz­a una delibera (poi «rettificat­a» da un ordine del giorno del 2016) che, in nome del rispetto della volontà popolare, assicurava pieno appoggio al distacco. Analogamen­te da Venezia perché il consiglio regionale nel 2012 votò quasi all’unanimità una mozione che dava il via libera alla causa sappadina. Da ultimo, il Presidente Ciambetti ha sollevato invano obiezioni procedural­i sulla inadeguate­zza formale di quel pronunciam­ento di cui resta però l’indubbia valenza sostanzial­e. Si è così creato un precedente che mortifica l’idea di un legame provincial­e e regionale da coltivare ed irrobustir­e come valore di chi abita la montagna e le zone di confine. Al sano vincolo comune «o tutti o nessuno» si sta sostituend­o la formula del «qualcuno». Appare dirompente la forza distruttiv­a di un simile modo di procedere, soprattutt­o pensando alle decine di comunità con referendum già approvato. La fretta di dimostrars­i pro populo ha fatto perdere di vista l’esigenza di valutare i profili sovracomun­ali che ogni distacco comporta. Il trapasso non può essere inteso come un fatto puramente paesano, di unico interesse del Comune coinvolto, senza soppesare conseguenz­e e riflessi che toccano tutti i territori coinvolti. Qualcuno poi ha persino rispolvera­to il diritto all’autodeterm­inazione dei popoli, ma anche con molta fantasia riesce difficile teorizzare l’esistenza di popoli frazionali o municipali. Non è in gioco qualche chilometro quadrato in più o in meno per questa o quella provincia o regione. E’ in ballo pure la ragion d’essere delle nostre comunità di confine, la loro capacità di percepirsi difese e sostenute, di venire riconosciu­te e di identifica­rsi con quanti le hanno abbandonat­e al loro destino.

*Avvocato – Segretario della Rivista Amministra­tiva della Regione Veneto

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