Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Rapinava e chiedeva scusa condannato a due anni il bandito «gentile», ex dj
Andrea Collodoro, 37 anni di Monselice, ex dee jay e poi disoccupato, l’anno scorso per raccogliere denaro non aveva pensato ad altro che ad armarsi di una pistola e a seminare il panico all’Arcella. Lo faceva «con stile», senza dimenticare mai l’educazione. Ma tutto ciò non gli ha evitato di essere messo davanti alle proprie responsabilità: ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare l’uomo ha patteggiato due anni e tre mesi di carcere per i colpi messi a segno nel corso dell’anno.
Gli episodi contestati. Un lunedì mattina presto, lo scorso maggio, Collodoro si presenta in una tabaccheria di via Zara: il volto nascosto dal cappuccio di una felpa grigia, un cappellino nero calato sulla fronte, una piccola pistola con il calcio marrone spellato. Punta l’arma contro il tabaccaio, intimandogli di consegnargli l’incasso, un pacchetto di sigarette e un accendino. «Grazie», sussurra una volta presi i 400 euro e il resto, prima di allontanarsi a piedi.
Il giorno dopo, alla stessa ora, nuovo colpo. Stavolta la vittima prescelta è la titolare del distributore «Total Erg» di via Annibale da Bassano. Il copione è il medesimo: con addosso la felpa grigia e il cappellino nero, Collodoro punta la pistola al volto della benzinaia e le intima di consegnarle i soldi, ringraziando quando si vede porgere i 300 euro dell’incasso. Scappa.
Ma subito dopo entra in una tabaccheria all’angolo tra via Annibale da Bassano e via Santissima Trinità. E si tradisce. Qui le telecamere di sorveglianza infatti immortalano il volto e gli abiti del rapinatore seriale, i frame dei video vengono subito acquisiti dagli agenti della Squadra Mobile. Di lì a poco i poliziotti notano in via Dignano, sempre all’Arcella, un uomo che indossa una felpa simile. Lo pedinano fino a casa.
Quando i poliziotti bussano alla sua porta, Collodoro ammette le sue responsabilità e consegna la pistola. «Cercate di capirmi — dice agli agenti — sono pieno di debiti». Ieri l’uomo è finito in udienza preliminare e la sua gentilezza o la scusa di essere rimasto senza lavoro non gli hanno risparmiato il corso della giustizia.
Andrea Collodoro La confessione ai poliziotti: «Capitemi, sono senza lavoro e pieno di debiti»