Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Spese elettorali non rendiconta­te 150 a rischio multa

- Di Monica Zicchiero

Trombati alle elezioni comunali di giugno, adesso rischiano una maximulta da 25mila euro a testa per non aver presentato la dichiarazi­one sulle spese elettorali al Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’Appello di Venezia.

Trombati alle elezioni comunali di giugno, adesso oltre alla beffa rischiano pure il danno: una maximulta da 25mila euro a testa per non aver presentato la dichiarazi­one sulle spese elettorali al Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’Appello di Venezia. E se si moltiplica la somma per tutti i 242 candidati consiglier­i nei Comuni non eletti che non hanno prodotto la documentaz­ione, il totale è una somma di tutto rispetto: 6 milioni e 50mila euro. Il tempo è scaduto perché tutto il materiale andava inviato entro tre mesi dalle elezioni e a Natale saranno trascorsi ormai sei mesi ma il Collegio di garanzia ha deciso di suonare la campanella per l’ultimo avviso: i ritardatar­i hanno quindi ancora 15 giorni di tempo per chiudere l’anno senza pendenze. A Verona sono 41 i non eletti che hanno mancato l’obbligo, sopratutto candidati di liste civiche molto giovani o anziani ed è il capoluogo di maggior peso nella classifica delle rendiconta­zioni mancanti e su cifre simili viaggiano Abano Terme (40), e Mira (39). Ma il record spetta Thiene, in provincia di Vicenza, dove 60 dichiarazi­oni mancano all’appello con un conto che, stando alla sanzione minima, è di un milione e mezzo di euro. Tuttavia c’è anche una sanzione massima 100mila euro e doverla pagare sarebbe una beffa per chi ha affrontato la campagna elettorale senza rifondere un solo euro. La dichiarazi­one va infatti presentata non solo da chi ha sostenuto costi per sedi, manifesti, santini allegando il rendiconto dei contributi ricevuti e il prospetto delle spese, ma anche per chi non ha speso nulla ma deve obbligator­iamente inviare l’attestazio­ne di essersi avvalsi solo di materiali e mezzi propagandi­stici messi a disposizio­ne dalla lista di appartenen­za. In tutto, sono una decina i comuni del Veneto sopra i 15mila abitanti che si sono sottratti agli obblighi della legge 96 del 2012, che a sua volta richiama la normativa valida per le politiche, la 515 del 1993. Tra questi comuni come Marcon, che per la prima volta aveva votato con la regola del secondo turno che comporta anche l’obbligo della dichiarazi­one, novità sfuggita a tre candidati non eletti; tre dichiarazi­oni mancano anche a Cerea e sei a Mirano, Comune che è guidato dalla presidente dell’Anci Veneto Maria Rosa Pavanello; Feltre e Belluno si gemellano anche per i candidati distratti, 18 ciascuna. In provincia di Treviso c’è solo Conegliano con 14 dichiarazi­oni mancanti.

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