Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cetera, condanna e divieto di esercitare per quattro anno
Soldi per liste d’attesa più veloci, pure l’Appello condanna il ginecologo. E stop alla professione
L’ex primario di Ostetricia e Ginecologia di Pieve di Cadore, Carlo Cetera, è stato condannato a 4 anni in Appello. L’accusa: chiedeva fino a 2.500 euro per accorciare i tempi d’attesa per accedere alla procreazione medicalmente assistita. Non solo, per quattro anni non potrà esercitare la professione.
La Corte d’Appello di Venezia sconta un anno di pena all’ex primario di Ostetricia e Ginecologia di Pieve di Cadore, Carlo Cetera, condannato perché chiedeva fino a 2.500 euro per accorciare i tempi d’attesa per accedere alla procreazione medicalmente assistita. La condanna di secondo grado è di 4 anni, 6 mesi e 10 giorni. Revocate le pene accessorie, come l’interdizione dai pubblici uffici, ma arriva ora l’interdizione temporanea (della durata della pena da scontare) all’esercizio della professione medica. La Corte ha inoltre stabilito la provvisionale di 50mila euro per l’Usl 1 Dolomiti.
Il Tribunale di Belluno, dopo una lunga camera di consiglio, ha condannato Cetera, padovano, a cinque anni e mezzo per induzione indebita a dare o promettere utilità. Il medico 68enne, difeso dall’avvocato Emanuele Fragasso, ieri mattina ha reso spontanee dichiarazioni, scusandosi e dicendo di aver sottovalutato la sua condotta. Secondo l’accusa avrebbe ricevuto somme di denaro dall’allora responsabile della «Sismer», Luca Gianaroli, che rispondeva di corruzione, per impegnarsi a ottenere il rinnovo delle convenzioni con l’Usl 1 di Belluno. Reato che non c’era e che ha pertanto fatto assolvere in primo grado sia Gianaroli che la Sismer (avvocato Giovanni Borgna), «perché il fatto non sussiste». A inchiodare il ginecologo è stato un video girato nel 2011 dai finanzieri di Belluno, in cui lo si riconosceva al tavolo di un bar a San Donà di Piave. Una donna friulana, accompagnata dalla madre, gli passava una busta contenente dei contanti, che il primario si premurava di contare.
Erano di circa due anni i tempi medi di attesa per le coppie che desideravano ricorrere alla procreazione assistita. E molte per realizzare il sogno di avere un figlio erano disposte a compiere qualsiasi sacrificio, a pagare qualsiasi cifra. E proprio facendo leva sul loro stato emotivo, Cetera le induceva a pagare fino a 2500 euro per ogni tentativo, certo che l’angoscia legata alla maternità sempre negata avrebbe convinto le aspiranti mamme ad accettare la proposta.