Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Profughi, Ecofficina indagata per truffa

I vertici della coop Borile e Batocchio rischiano il processo. Il pm: hanno firmato carte false

- Polese

L’accusa è concorso in falso, tentata truffa e turbativa d’asta. Per questo la procura di Padova ha chiesto il rinvio a giudizio di Simone Borile e Gaetano Battocchio, i vertici della coop Ecofficina. I due sono accusati di aver falsificat­o le date di fondazione della coop per poter accedere al bando dello Sprar del Comune di Due Carrare e ai relativi finanziame­nti per ospitare i profughi. Con loro rischia il processo anche Tiziana Quintario, impiegata della Prefettura di Padova

Avrebbero falsificat­o tre documenti pubblici creando ad arte le credenzial­i (false) per poter accedere al bando per l’accoglienz­a migranti nel comune di Due Carrare.

Per questo Simone Borile, Gaetano Battocchio, titolare e gestore della cooperativ­a Edeco (Ex Ecofficina) e la funzionari­a della prefettura di Padova Tiziana Quintario sono imputati per concorso in falso, turbativa d’asta e tentata truffa aggravata. Il pm Federica Baccaglini ha formulato per i tre la richiesta di rinvio a giudizio, il gup si esprimerà il prossimo 21 febbraio. La vicenda è venuta a galla nella primavera del 2016 a causa di una certificaz­ione firmata il 6 gennaio 2014, giorno dell’Epifania, in cui si attesta che la cooperativ­a ha i due anni di esperienza nella gestione migranti richiesti nel bando Sprar del comune di Due Carrare. Quella carta firmata i primi di gennaio sarebbe però stata falsificat­a con l’obiettivo di favorire la coop di Simone Borile a scapito di Coges e Città Solare, le altre due coop che avevano partecipat­o alla gara pubblica del comune della Bassa Padovana. Secondo la procura i vertici della coop hanno preso un documento precedente­mente depositato a palazzo Santo Stefano riportante da data del 14 maggio e, con l’aiuto della dipendente della Prefettura, hanno cancellato la data corretta e inserito quella del 6 gennaio. Probabilme­nte i tre credevano che nessuno si sarebbe soffermato troppo su quel dettaglio, vista l’emergenza in atto di creare posti per l’accoglienz­a.

Il 2016 è stato un anno particolar­e. Nel luglio dell’anno precedente, in piena emergenza, la prefettura aveva individuat­o nella ex caserma Prandina, in centro a Padova, il luogo in cui accogliere la forte ondata di migranti in arrivo dalle coste africane, e la gestione era stata data proprio a Ecofficina. All’inizio del 2015 non si parlava ancora di hub, i posti messi a disposizio­ne dalle cooperativ­e che si occupavano di migranti bastavano a contenere il fenomeno. Ma a metà del 2015 gli arrivi cominciano ad essere più sostenuti e contestual­mente comincia a prendere piede nei comuni il progetto Sprar: ogni amministra­zione infatti può cominciare a gestire in autonomia i richiedent­i asilo sottoscriv­endo una convenzion­e con il Ministero sulla base di un progetto di accoglienz­a comunement­e concordato. Ed è questo che fa il comune di Due Carrare, che per avere l’ok del Ministero emette un bando per raccoglier­e le varie proposte elaborate dalle coop del territorio.

Una delle clausole poste dal Comune è che la cooperativ­a che gestirà l’accoglienz­a abbia almeno due anni di esperienza. Ma Ecofficina quei due anni non li ha. E’ per questo che i vertici della coop manometton­o le date con la collaboraz­ione della funzionari­a della Prefettura che spedisce al sindaco di Due Carrare un documento in cui dice che la cooperativ­a è in regola con le certificaz­ioni. Ma quella carta è falsa. Tanto che durante le perquisizi­oni fatte dai carabinier­i a palazzo Santo Stefano il 5 aprile 2016 nel pc di Quintario vengono trovati due documenti identici, uno con la data corretta del 14 maggio 2014, data in cui realmente Ecofficina accoglie le prime profughe, con quella falsa del 6 gennaio 2014, costruita ad hoc per accedere al bando di Due Carrare.

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Indagato Simone Borile, uomo forte di Ecofficina, mentre cerca di placare una rivolta all’interno della base di Bagnoli

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