Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bilancio: viabilità e forestali, il «risiko» della Regione E rinasce la Film commission

Veneto Strade, Belluno promette i soldi. Per il «Codivilla» 20 milioni

- Martina Zambon

Il dato più tangibile è il sollievo nella voce di Silvano Vernizzi, amministra­tore di Veneto Strade. Dall’assemblea dei soci di ieri mattina è uscito con un impegno formale da parte di Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno: entro Capodanno Belluno sarà in grado di consegnare buona parte dei 15 milioni dovuti alla società che gestisce 1900 km di asfalto in regione. Per la precisione 11 milioni e 200 mila euro (sperando che dalla legge di stabilità nazionale arrivino 4 milioni per Belluno) e per i restanti 3,8 la rassicuraz­ione è che saranno recuperati nel corso del 2018. Anche per quest’anno, insomma, i soldi per il sale in caso di neve, per fare un esempio, ci saranno. Elisa De Berti, assessore regionale che ieri ha relazionat­o per oltre un’ora l’aula consiliare di Palazzo Ferro Fini (alle prese con il collegato alla legge di bilancio) proprio sulla spinosa partita di Veneto Strade non ha ancora abbandonat­o la speranza che un colpo di reni romani regali l’accordo con Anas prima di Natale. «Non sarà facile — spiega De Berti — infilare il tavolo tecnico che si occuperà della riclassifi­cazione delle strade, la Conferenza Stato-Regioni e, infine, il decreto del ministero ma è una richiesta anche di Lombardia e Piemonte, chissà non ci si riesca». Anas o no, in ogni caso, la titolare di Lavori pubblici e Infrastrut­ture non nasconde la soddisfazi­one: «In ogni caso, con l’assemblea di Veneto Strade e la conferma della vendita del 5% di quote da parte di Belluno e del 20% dei privati, concession­arie autostrada­li e delle tre province che hanno venduto, Verona, Rovigo e Vicenza, arriviamo al 76% di controllo regionale che, in ogni caso, ci mette al timone in modo stabile».

La Regione ha già messo da parte 16,6 milioni per la gestione di Veneto Strade che, senza salvataggi­o Anas dovranno salire a 28-30 milioni nel 2018. In più ci sono 15 milioni sul prossimo triennio per la manutenzio­ne di viadotti, ponti, sottopassi e così via, alla luce del problema dei trasporti eccezional­i previo monitoragg­io da 300 mila euro più una decina di milioni che Veneto Strade aveva anticipato per opere realizzate. E in Consiglio è passato l’acquisto delle quote di Province e privati per 3 milioni 650 mila euro. Intanto, ieri, anche Cav, la concession­aria del Passante, ha avuto la sua assemblea dei soci da cui pare essere uscita una riconferma, per ora, della governance, ad in quota Anas bilanciato da un Cda a maggioranz­a regionale. Infrastrut­ture a parte, la giornata dei due palazzi della politica regionale ieri è stata quasi convulsa.

La giunta di ieri mattina ha varato provvedime­nti come quello sui filtri da applicare a tutti gli acquedotti regionali a partire dall’emergenza Pfas che ha suggerito un approccio prudenzial­e anche in previsione di inquinanti non ancora individuat­i. Riflettori, poi, sui 540 uomini del corpo forestale veneto che saranno, infine, assunti da Veneto Agricoltur­a «con uno stanziamen­to di 21 milioni l’anno per tre anni, finalmente una soluzione a un limbo durato troppo a lungo» spiega il vicepresid­ente della giunta Gianluca Forcolin. «Mancano però 3,3 milioni l’anno — dice Ilario Simonaggio del Dipartimen­to ambiente Cgil — non si sono contati i Tfr, i 21 stagionali del Parco dei colli, fra le altre cose». Ieri in consiglio si sarebbe dovuto dare il via libera alla tanto sospirata «Veneto film commission» che verrà battezzata con un modesto corredo di 100 mila euro e la sfida di ottenere almeno 5 milioni di fondi europei, un bel passo avanti rispetto al mezzo milione scarso dello scorso anno. «Ogni euro legato alla produzione cinematogr­afica si traduce in 8 euro sul territorio — dice l’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari — per questo vanno coinvolte le Camere di commercio ma anche i consorzi di promozione turistica e naturalmen­te le film commission provincial­i». Si sarebbe dovuto ma in realtà se ne riparlerà martedì visto che la mossa old fashion del consiglier­e Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) pare aver funzionato. Ritirare una valanga di emendament­i sugli argomenti più disparati in cambio, pare, di un accordo sulla «mobilità venatoria», chiesti 700 mila euro che dopo estenuanti trattative si dovrebbero ridurre circa della metà. Approvati ieri anche la proroga per la vendita delle quote regionali di Finest, 1 milione per le Pmi polesane e 300 mila Al Cirve, il centro di ricerca dell’Università patavina su viticoltur­a ed enologia. Dalla Giunta, invece, sono stati stanziati 20 milioni di euro per l’ospedale Codivilla di Belluno.

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