Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Fassa, il patron al check-in con la pistola Prosciolto

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Quando, qualche mese fa, ci fu lo scandalo del giudice Angelo Mascolo, il quale disse che si sarebbe armato per difendersi, lui diede la sua fredda contabilit­à: «Ho 7 pistole e 4 fucili e il porto d’armi da 45 anni». Ma quelle armi più di qualche grattacapo a Paolo Fassa, alla guida del colosso dell’edilizia Fassa Bortolo, gliel’hanno dato, anche se alla fine ne è sempre uscito «pulito». Come ieri, quando il gup di Venezia Barbara Lancieri l’ha prosciolto dall’accusa di essere passato ai varchi dell’aeroporto Marco Polo con una delle sue pistole all’interno del trolley da imbarcare in cabina. Le procedure in questi casi sono ferree, perché l’arma andrebbe consegnata alla polizia dello scalo, che la prende in consegna per poi restituirl­a all’arrivo, cosa che Fassa non avrebbe fatto. Ma l’imprendito­re è stato scagionato perché il giudice ha creduto alla versione sua e del suo avvocato Carlo Broli, ovvero che la borsa gli era stata preparata dagli uomini della sicurezza e che in particolar­e, mancando colui che era il consueto addetto all’operazione, il sostituto forse non sapeva che stava andando in aeroporto e non aveva tolto la pistola.

Fassa era stato processato nel 2012 per un altro episodio legato alla pistola: in seguito a un diverbio con un camionista di due anni prima, a causa di una mancata precedenza, l’imprendito­re era sceso dall’auto con la pistola in mano e il «rivale» l’aveva denunciato per violenza privata e minaccia. Anche in quel caso era stato assolto. (a. zo.)

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Paolo Fassa

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