Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Citta, il sogno finisce all’Olimpico

Tim Cup, la Lazio non fa sconti e i granata devono piegarsi. Biancocele­sti ai quarti

- Dimitri Canello

Stavolta niente imprese, niente fiato sospeso fino al 120’, niente incertezza assoluta fino alla lotteria dei calci di rigore come martedì in InterPorde­none.

Dopo 36 minuti all’Olimpico il Cittadella dei giovani e delle seconde linee è già sotto 3-0 con la Lazio e ha già ammainato bandiera bianca, quantomeno fattivamen­te. Non certo per la volontà e lo spirito di gruppo, perché ci mettono pochi minuti i granata a riaprire il match e a siglare il 3-1 con una gran punizione di Bartolomei. Ma rimontare tre gol alla squadra di Simone Inzaghi è un’impresa ai confini dell’impossibil­e e alla fine sarà 4-1. La Lazio riprende il comando delle operazioni e dimostra di interpreta­re l’impegno nel modo giusto, ossia non sottovalut­ando chi ha di fronte. Neppure il Cittadella che schiera Lora, Fasolo, Camigliano, Pelagatti, Adorni e Settembrin­i, ossia giocatori chiamati a recuperare posizioni nelle gerarchie di Venturato merita rispetto. Sarà che, evidenteme­nte, il monito di Pippo Inzaghi della vigilia sui rischi possibili con il Cittadella deve aver raggiunto rapidament­e il fratello, fatto sta che nella formazione scelta per affrontare Roberto Venturato ci sono diversi titolari.

A cominciare da Ciro Immobile, che dovrà scontare un turno di squalifica in campionato e che guida l’attacco biancocele­ste, senza dimenticar­e Basta, De Vrij, Lucas Leiva, Strakosha e Milinkovic-Savic, giusto per fare qualche esempio. Poi c’è spazio pure per Felipe Anderson, reduce da un lungo infortunio e alla ricerca di spazi per cercare di recuperare terreno rispetto allo scatenato Luis Alberto. In mezz’ora sono fuochi d’artificio, con il Cittadella che cerca di giocare a testa alta ma che, di fatto, viene schiantato da un avversario di un altro pianeta. E così Immobile sblocca il risultato all’11’ su imbucata perfetta di Milinkovic-Savic e Paleari che si catapulta su di lui viene saltato senza problemi in uscita. Il raddoppio è questione di poco: si apre una voragine centrale a causa dei movimenti compassati di Camigliano, reduce da una lunga assenza ma disastroso negli automatism­i e nelle chiusure. Leiva innesca la miccia, Anderson fa esplodere il botto saltando Paleari in uscita. Il Cittadella ogni tanto prova a replicare, ma è un pugile ridotto all’angolo e quello che accade al 36’ ne è l’emblema: angolo di Murgia, saltano Wallace e Camigliano e quest’ultimo, goffamente, sorprende il proprio portiere. Finita? Nemmeno per idea, perché il marchio di fabbrica di Venturato viene fuori anche nelle giornate nere. E così la sassata di Bartolomei dalla distanza trova Strakosha incapace di trovare misure adeguate.

La chiusura di sipario di metà gara si materializ­za così sul 3-1, risultato giusto che premia un’intraprend­enza granata quasi commovente anche sullo 0-3. La ripresa parte su un terreno segnato e riuscire a spostare le montagne non è impresa per esseri umani. I cambi non variano il tema principale, la Lazio rallenta e gestisce, il Cittadella fa la sua degna figura fino alla fine pur subendo il 4-1 di Immobile al 42’. Ora si torna sull’obiettivo del campionato, il treno dell’alta classifica è sempre lì da agganciare. Domenica si va a Brescia per dimenticar­e l’assurdo spreco di sabato scorso con l’Avellino.

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All’Olimpico Pezzi contrasta Immobile ai limiti dell’area

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