Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Citta, il sogno finisce all’Olimpico
Tim Cup, la Lazio non fa sconti e i granata devono piegarsi. Biancocelesti ai quarti
Stavolta niente imprese, niente fiato sospeso fino al 120’, niente incertezza assoluta fino alla lotteria dei calci di rigore come martedì in InterPordenone.
Dopo 36 minuti all’Olimpico il Cittadella dei giovani e delle seconde linee è già sotto 3-0 con la Lazio e ha già ammainato bandiera bianca, quantomeno fattivamente. Non certo per la volontà e lo spirito di gruppo, perché ci mettono pochi minuti i granata a riaprire il match e a siglare il 3-1 con una gran punizione di Bartolomei. Ma rimontare tre gol alla squadra di Simone Inzaghi è un’impresa ai confini dell’impossibile e alla fine sarà 4-1. La Lazio riprende il comando delle operazioni e dimostra di interpretare l’impegno nel modo giusto, ossia non sottovalutando chi ha di fronte. Neppure il Cittadella che schiera Lora, Fasolo, Camigliano, Pelagatti, Adorni e Settembrini, ossia giocatori chiamati a recuperare posizioni nelle gerarchie di Venturato merita rispetto. Sarà che, evidentemente, il monito di Pippo Inzaghi della vigilia sui rischi possibili con il Cittadella deve aver raggiunto rapidamente il fratello, fatto sta che nella formazione scelta per affrontare Roberto Venturato ci sono diversi titolari.
A cominciare da Ciro Immobile, che dovrà scontare un turno di squalifica in campionato e che guida l’attacco biancoceleste, senza dimenticare Basta, De Vrij, Lucas Leiva, Strakosha e Milinkovic-Savic, giusto per fare qualche esempio. Poi c’è spazio pure per Felipe Anderson, reduce da un lungo infortunio e alla ricerca di spazi per cercare di recuperare terreno rispetto allo scatenato Luis Alberto. In mezz’ora sono fuochi d’artificio, con il Cittadella che cerca di giocare a testa alta ma che, di fatto, viene schiantato da un avversario di un altro pianeta. E così Immobile sblocca il risultato all’11’ su imbucata perfetta di Milinkovic-Savic e Paleari che si catapulta su di lui viene saltato senza problemi in uscita. Il raddoppio è questione di poco: si apre una voragine centrale a causa dei movimenti compassati di Camigliano, reduce da una lunga assenza ma disastroso negli automatismi e nelle chiusure. Leiva innesca la miccia, Anderson fa esplodere il botto saltando Paleari in uscita. Il Cittadella ogni tanto prova a replicare, ma è un pugile ridotto all’angolo e quello che accade al 36’ ne è l’emblema: angolo di Murgia, saltano Wallace e Camigliano e quest’ultimo, goffamente, sorprende il proprio portiere. Finita? Nemmeno per idea, perché il marchio di fabbrica di Venturato viene fuori anche nelle giornate nere. E così la sassata di Bartolomei dalla distanza trova Strakosha incapace di trovare misure adeguate.
La chiusura di sipario di metà gara si materializza così sul 3-1, risultato giusto che premia un’intraprendenza granata quasi commovente anche sullo 0-3. La ripresa parte su un terreno segnato e riuscire a spostare le montagne non è impresa per esseri umani. I cambi non variano il tema principale, la Lazio rallenta e gestisce, il Cittadella fa la sua degna figura fino alla fine pur subendo il 4-1 di Immobile al 42’. Ora si torna sull’obiettivo del campionato, il treno dell’alta classifica è sempre lì da agganciare. Domenica si va a Brescia per dimenticare l’assurdo spreco di sabato scorso con l’Avellino.