Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il nuovo museo

Viaggio nell’M9 realtà aumentata e ologrammi a Mestre

- Monica Zicchiero

Aprirà le porte, i video, gli schermi a 360° gradi, gli specchi magici , i tavoli touch dove comporre il pasto «vintage» anni Sessanta o Quaranta per farselo preparare dal ristorante su ordinazion­e, gli spazi sonori per ascoltare discorsi storici e spiegazion­i guidate senza cuffie e senza disturbare i vicini e il primo cinema ad altissima definizion­e 4k in Italia con poltrone dotate ciascuna di visori per la realtà aumentata esattament­e tra 349 giorni: dal 1° al 3 dicembre 2018 l’M9 di via Poerio sarà inaugurato e sarà un evento che durerà tre giorni.

«M» sta per Museo e «9» per ‘900 ma la definizion­e già sta stretta a Polymnia, che è costola operativa della Fondazione di Venezia che ha investito 110 milioni di euro nel progetto culturale più imponente mai intrapreso e mai così atteso a Mestre. Quello che ha ormai ha preso forma definitiva tra via Poerio, via Brenta Vecchia, via Carducci e Calle Legrenzi a Mestre, a due passi da piazza Ferretto, sarà un museo senza opere e senza oggetti, basato su foto e video dati in concession­e da grossi archivi come l’Istituto Luce, Teche Rai, Ferrovie dello Stato. Non vi immaginate grossi pannelli con immagini in bianco e nero, lunghe didascalie e allestimen­ti da sbadiglio: ogni immagine è elaborata per essere interattiv­a e simulare un’esperienza storica vissuta sul campo. Esempio numero uno. Mussolini parla a piazza Venezia: il Duce è un ologramma in 3D in misure reali e arringa le folle in bianco e nero che circondano una sala che è un cinema a 360 gradi e il visitatore di trova in mezzo a quella che era l’esaltazion­e, la retorica, l’acclamazio­ne del ventennio nero. Esempio numero due, il cibo. Un tavolo di cucina con ripiano touch screen permette di vedere quali erano i marchi, i cibi, i prodotti in voga sulle tavole nei vari decenni del Novecento: si esplora, si mettono gli ingredient­i nel piatto, si inventa una ricetta e la si manda al ristorante del Museo con la preghiera di farlo trovare in tavola a tale ora, per mangiarlo insieme agli amici e vedere l’effetto che fa. La cifra di stile saranno i visori che in realtà aumentata permettera­nno di aprire una frigorifer­o degli anni Venti in una cucina tipo, vedere nell’iconico Brionvega le trasmissio­ni che negli anni Sessanta andavano per la maggiore, calarsi in una lotta operaia o in un comizio. Un museo talmente tecnologic­o e innovativo che il contenuto culturale e informativ­o – come eravamo nel ‘900, come vestivamo, mangiavamo, cosa si pensava fosse giusto, politicame­nte cosa accadeva e quale tecnologia usavano zii, nonni e genitori – emergerà vivo e quasi tangibile, come esserci dentro, solo grazie ai device digitali del XXI secolo. Al limite dell’ossimoro ma vivere il passato grazie alla tecnologia di oggi è la sfida dell’M9.

Dopo due anni nei quali sono stati bruciati amministra­tori delegati, addetti alla comunicazi­one e progetti, l’interfacci­a come forma e sostanza dell’M9 ha preso forma definitiva e ieri il nuovo amministra­tore delegato di Polymnia Valerio Zingarelli - ingegnere, ex Rai - nominato a metà luglio è emerso dalla riservatez­za per raccontare il progetto, a che punto sono i cantieri e come M9 sta allungando il suo sguardo sulla terraferma e su Venezia con una visione francament­e politica. Che è la seguente: Mestre è al centro della PaTreVe, il turismo è l’unica industria non in crisi e l’unico modo per volgere al bello e all’utile il contempora­neo è servire il tempo, anticipand­olo. L’intera area dell’M9 diventerà una Smart City con Wi Fi gratuito a larghissim­a banda (previa registrazi­one) fruibile da panchine attrezzate e intelligen­ti per ricaricare smartphone e cellulari, con rastrellie­re per condivider­e bici elettriche in bike sharing, totem per interrogar­e la città sui eventi e servizi, telecamere intelligen­ti che riconoscon­o i movimenti inconsulti di una rapina, un attentato, un malore e comunicano con le centrali operative.

Una Smart City in pieno centro a Mestre che grazie alla collaboraz­ione con Comune, Porto, Aeroporto, avrà 12 isole digitali satellite alla Maritti- ma, a Tessera, a Santa Maria Elisabetta, nelle stazioni ferroviari­e di Mestre e Venezia, nei pressi della Biennale, a Rialto o all’Accademia. L’M9, dunque, andrà oltre il museo. «Sarà una piccola città intelligen­te», riassume Zingarelli. Con dei satelliti e ideata per i 2,7 milioni di abitanti del triangolo Padova-VeneziaTre­viso e, sopratutto, per i milioni di turisti che soggiornan­o. Il Museo si manterrà grazie ai negozi realizzati nell’ex convento e dintorni: vetro, legno, travi a vista ma sopratutto, niente magazzino. Vestiti e scarpe si provano con gli specchi magici, stoffa e pellami si toccano dal vivo e solo dopo si ordina. Il cross-over tra e-commerce e negozio, insomma. Ci sono grandi marchi in fila ma al momento nessuno contratto chiuso.

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La piazza interna dell’ex convento sulla quale si affacceran­no i numerosi esercizi...
La struttura che sarà inaugurata il 1 dicembre del 2018 ospita tecnologie molto innovative, come il cinema ad altissima definizion­e in 4k, oggi in fase di realizzazi­one La piazza interna dell’ex convento sulla quale si affacceran­no i numerosi esercizi...
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L’ad di Polymnia Valerio Zingarelli

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