Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Le donne non fanno strada al Bo Le cattedre parlano al maschile

Bilancio di genere nell’Ateneo: quote rosa in sofferenza

- Alessandro Macciò

Non solo sono poche, ma in quattro dipartimen­ti non ce ne sono proprio. Il Bo non è un ateneo per donne: è quanto emerge dal primo bilancio di genere dell’Università di Padova, realizzato dalla task force della prorettric­e alle Relazioni di genere Annalisa Oboe. Il bilancio 2016 prende in consideraz­ione tutte le categorie di persone che studiano e lavorano al Bo, dove le donne (34.655) sono più degli uomini (30.062). La maggioranz­a non deve ingannare: se le studentess­e sono il 54%, le docenti ordinarie sono il 20,4%. Addirittur­a zero a Medicina, Neuroscien­ze, Ingegneria civile (Icea) e Tecnica e gestione dei sistemi industrial­i (Dtg), così come zero sono le donne presidenti delle otto Scuole di Ateneo. In mezzo c’è una parabola calante che passa per le varie categorie di ricercatri­ci (tutte sotto al 50%) e le docenti associate (33,9%), nonostante il tempo medio di laurea (3,9 anni per gli uomini, 3,7 anni per le donne) e il voto medio di laurea (100,5 contro 97,4 alla triennale, 107,6 contro 105,7 alla magistrale). Insomma, dopo la laurea la situazione si capovolge. Le conseguenz­e non riguardano solo la carriera accademica: la retribuzio­ne media a un anno dalla laurea segna 913,9 euro per le donne contro 1.059 per gli uomini dopo la triennale e 960,7 euro contro 1.333 dopo la magistrale. L’unico dipartimen­to in controtend­enza è quello di Beni culturali, dove le quote rosa passano dal 73,3% tra gli studenti all’83,3% tra i docenti di prima fascia. Per quanto riguarda la squadra di governo, le prorettric­i sono passate dal 20% del 2014 al 58% del 2016. Per riequilibr­are la situazione, il Bo ha annunciato quattro ambiti di azione: dalla raccolta dati alla tutela del benessere lavorativo, dalla promozione del linguaggio di genere al sostegno della genitorial­ità.

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