Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il popolo no Pfas «Giochi di potere sulla nostra pelle»
Terapia del sangue sospesa, cittadini disorientati
Chi teme di aver perso una cura importante, chi si chiede perché non era stata sperimentata prima. Lo scontro tra Ministero e Regione sulla plasmaferesi, la terapia che ripulisce il sangue di sog- getti che vivono nell’area inquinata da Pfas, disorienta i cittadini. Comitati furiosi: «giochi di potere alle nostre spalle».
Preoccupate, arrabbiate, terrorizzate. Le mamme antiPfas si preparano a dire al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ne accoglierà una delegazione a gennaio, cosa pensano del blitz dei Nas in Regione e del conseguente stop alla plasmaferesi deciso da Palazzo Balbi. «Sono indignata — si sfoga Michela Piccoli, la portavoce — il ministro sapeva da mesi che in Veneto quel trattamento viene usata per ripulire il sangue dai Pfas, se davvero è convinto della sua inutilità o peggio ancora ritiene che faccia male, perché non è intervenuto subito? E poi prima di mandare i carabinieri poteva parlare con la Regione: sono armi sporche, giochi di potere che attengono a una battaglia politica, non al desiderio di fare il bene della gente. Siamo sconvolte, ci rendiamo conto di valere zero per le istituzioni — è l’amara riflessione — ed è una realtà che fa stare male. Già avevamo poca fiducia in chi ci governa, ora cosa dobbiamo pensare?».
Ecco, l’interrogativo che serpeggia tra i 106 veneti già sottoposti a plasmaferesi o scambio plasmatico, oppure in attesa di iniziarli, è proprio questo: stavamo affrontando una terapia senza sapere se avrebbe davvero funzionato, ma era pur sempre una possibilità. Ora siamo abbandonati a noi stessi? Che facciamo, aspettiamo che nel tempo insorga un cancro o qualche altra brutta malattia? «Voglio vedere se tra qualche anno un ragazzino si ritroverà affetto da tumore cosa risponderà il ministero — attacca Piccoli —. Ha sbagliato anche la Regione: prima di iniziare il trattamento doveva fare una sperimentazione, così se tutto fosse andato bene, nessuno avrebbe potuto contestare nulla. E invece ha agito precipitosamente e ora siamo noi, o peggio i nostri figli, a farne le spese. C’è una confusione totale e una perdita di fiducia doppiamente grave, visto che il 47% dei ragazzi residenti nell’area rossa è stata richiamata per lo screening di secondo livello. Evidentemente ha valori molto alti di Pfas nel sangue, ma adesso che ci è stata tolta la sola arma a disposizione per abbassarli come li aiuteremo?».
Proprio alla luce degli ultimi avvenimenti, il «Comitato acqua bene comune e Vicenza libera dai Pfas» venerdì ha riunito tutte le anime del movimento a Brendola, per fare il punto della situazione. «C’è una percezione molto pesante dell’accaduto — rivela il coordinatore Alberto Peruffo — ho visto persone che quel giorno avrebbero dovuto sottoporsi a plasmaferesi, devastate per la sospensione. Era l’unica via di salvezza offerta anche ai genitori, che ora hanno una paura matta di ciò che potrà accadere ai figli, lasciati senza alcuna terapia. Quella del ministero è stata una mossa avventata, che ci ha fatto rizzare i capelli in testa: all’assemblea c’era anche una famiglia che è dovuta tornare a casa dall’ospedale senza aver potuto accedere alla seduta prenotata di plasmaferesi. Erano disperati. I politici si stanno facendo la guerra sulla nostra pelle». Grande emozione ha suscitato l’intervento di una giovane mamma di Noventa Vicentina, che ha raccontato gli effetti delle sostanze perfluoro alchiliche sui neonati: «Nascono sottopeso (lo rileva anche uno studio della Regione, ndr) e sono bambini spenti. Non hanno la stessa vitalità degli altri».
In attesa di indicazioni da Palazzo Balbi, gli ospedali di Padova e Vicenza hanno avvertito i pazienti che plasmaferesi e scambio plasmatico sono sospesi. «Terremo colloqui individuali per spiegare bene l’accaduto — assicura la dottoressa Giustina De Silvestro, primario del Centro trasfusionale di Padova — e intanto il messaggio che deve passare è: l’interruzione della terapia non è pericolosa e ciò che è stato rimosso in termini di Pfas non torna indietro».