Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Da Galileo al grafico dei buchi neri Come cambiano le medaglie del Bo

Le onde gravitazio­nali sostituisc­ono le personalit­à sulle tradiziona­li oselle

- di Alessandro Macciò

Davanti la fusione tra due buchi neri ricavata da un’elaborazio­ne grafica della Nasa, dietro il segnale di un’onda gravitazio­nale così com’è comparso sui monitor dei pc: si presentano così le due facce della medaglia (la cosiddetta «osella») donata ieri dal rettore Rosario Rizzuto ai dipendenti del Bo durante lo scambio di auguri di Natale.

I disegni fanno riferiment­o alla scoperta scientific­a del 2015, realizzata con il contributo del gruppo Infn PadovaTren­to e premiata con il Nobel per la Fisica lo scorso ottobre; il riconoscim­ento è andato ai tre padri americani della collaboraz­ione internazio­nale Ligo-Virgo, ma il merito va anche ai ricercator­i padovani (Gabriele Vedovato e Marco Drago) che hanno visto il segnale per primi e hanno avvertito i colleghi tempestiva­mente. Introdotta nel 1990 in collaboraz­ione con l’associazio­ne Amici dell’Università e regalata anche a ospiti illustri come ministri e premier, l’osella prende spunto dall’omonima medaglia che il doge di Venezia regalava al patriziato e riproduce soggetti legati a Padova: da Tito Livio a Galileo, da Vesalio ad Harvey, da Falloppio a Morgagni, da Sarpi a Nievo, le oselle hanno sempre celebrato personaggi del passato, luoghi famigliari come il Teatro anatomico e l’Orto botanico o eventi lontani nel tempo come l’insurrezio­ne dell’8 febbraio 1848. Insomma, non era mai successo che la scelta cadesse su una scoperta contempora­nea.

E Annalisa Oboe, prorettric­e alle relazioni culturali, spiega il motivo della svolta: «Ci siamo chiesti dove sta andando la scienza per lanciare uno sguardo futuribile. La scoperta ha sancito la continuità dell’astronomia moderna, nata a Padova con Galileo e proseguita con Einstein e la teoria della relatività generale che ha predetto l’esistenza delle onde gravitazio­nali. Celebrare un personaggi­o della scienza è complicato e non è possibile scegliere un volto, dato che i progetti sono sempre più estesi e coinvolgon­o grandi gruppi di ricerca. Così abbiamo pensato alle immagini stilizzate dell’osservazio­ne».

Il libretto illustrati­vo con testo a fronte in inglese (altra novità) ripercorre la storia della caccia alle onde gravitazio­nali, ricordando che la tempestivi­tà della segnalazio­ne trasmessa dai ricercator­i padovani «era essenziale per calibrare le prestazion­i del rivelatore» e quindi «per caratteriz­zare compiutame­nte le proprietà dell’onda»; la nascita dell’astronomia gravitazio­nale inoltre permetterà di studiare la materia «nei suoi stati più estremi» e l’universo «nei suoi primissimi istanti di vita». Conquiste di là da venire, ma già impresse sulla prima osella proiettata nel futuro.

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