Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ferroli, la fonderia rinasce come coop «Ha vinto il coraggio: subito in pareggio»

In 62 non si arrendono al licenziame­nto e ricomprano lo stabilimen­to

- Samuele Nottegar

L’hanno chiamare Cooperativ­a Fonderia Dante, a ricordare quello che per tutti continua a essere il «presidente Dante», il patròn del gruppo Ferroli. Perché in quel nome ci sono il coraggio e l’orgoglio di chi aveva creato una multinazio­nale della termomecca­nica a partire da quello stesso capannone. E siccome alla sua morte, ad aprile di due anni fa, si celebrò il funerale del presidente ma anche del suo gruppo industrial­e, com’era stato fin lì, la riapertura sotto forma di coop è un segnale di forza per un’intera comunità. «Ripartiamo da dove aveva cominciato lui», spiegano gli operai.

Con un termine in voga, è un’operazione di workers buyout. In pratica, 62 ex dipendenti della fonderia e del reparto assemblagg­io caldaie Ferroli hanno preso in mano l’azienda in cui lavoravano. L’alternativ­a era il licenziame­nto, perché mai nella ristruttur­azione del gruppo, ora in mano ai fondi, la fonderia era stata inserita tra i settori da salvare. Per assicurars­i l’affitto del ramo d’azienda con diritto di prelazione all’acquisto, i 62 soci fondatori hanno messo nella nuova cooperativ­a l’anticipo della propria indennità di disoccupaz­ione, per un importo che attualment­e supera i 780 mila euro e a breve toccherà i 900 mila. Il 25 luglio l’atto costitutiv­o, a metà settembre la prima colata di ghisa e, ieri, l’inaugurazi­one ufficiale. Un’operazione riuscita grazie ai sindacati, Fim e Fiom, a Legacoop Veneto e alle istituzion­i regionali e locali. «Questa è la sconfitta della finanza e la vittoria del capitale umano – ha detto l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan – quando gli algoritmi non funzionano, questa è la miglior risposta. Ciò che vediamo qui è straordina­rio». Oggi lo stabilimen­to ha una capacità produttiva di 17 mila chili di ghisa all’ora, 80 mila caldaie e un milione di dischi freno l’anno. Lavora in conto terzi per Ferroli, come assemblagg­io e fornitura caldaie, e per Intercar per i freni. A tre mesi dalla ripresa della produzione, la coop mostra risultati interessan­ti tanto da far prevedere una chiusura in pareggio da subito. «Il nostro piano industrial­e triennale – spiega Gianluca Pretto, presidente della Coop e dipendente per 23 anni di Ferroli – prevede 2 milioni di euro per investimen­ti in ricerca e sviluppo: stiamo per introdurre nuovi robot. Nei prossimi anni vogliamo uscire sul mercato con prodotti a marchio Cfd». L’obiettivo per il 2018 è realizzare 20 milioni di fatturato.

E Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto, conclude: «Abbiamo realizzato un vero e proprio strumento di politica industrial­e. Questa riapertura rigenera l’economia e dà fiducia la tessuto sociale». E così, quando all’interno della fonderia è suonata quella sirena di inizio turno che avrebbe dovuto tacere per sempre, c’è chi si è commosso.

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Reazione Una fase della lavorazion­e ieri all’inaugurazi­one dello stabilimen­to della Cooperativ­a Fonderia Dante

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