Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Panettoni, sfida tra salato e gocce di rugiada

- Padovese

Dicembre è il mese del panettone, il dolce di origine milanese protetto da un disciplina­re dal 2005. Sfide fra pasticceri­e artigianal­i, proposte firmate da chef stellati e il ritorno in auge della versione salata.

Sfide fra pasticceri­e artigianal­i, proposte firmate da chef stellati e il ritorno in auge della versione salata. Dicembre è il mese del panettone, il dolce di origine milanese protetto da un disciplina­re dal 2005. All’estero, il panettone è conosciuto come il dolce natalizio italiano più famoso e negli ultimi 15 anni ha conosciuto una «destagiona­lizzazione». Tendenza subito intercetta­ta in una campagna lanciata dal «gastronaut­a» Davide Paolini, che attraverso i suoi articoli, le sue trasmissio­ni e su Internet invitava a «mangiare il panettone tutto l’anno». Quindici anni fa, il pasticcier­e vicentino Dario Loison dava alle stampe il suo libro Mille e

un... panettone! dove raccontava la storia del dolce di Natale nato a Milano ai tempi di Ludovico il Moro, nel XV secolo. Nel libro, venivano proposte le ricette della versione salata, in un menù tutto a base di panettone, dall’antipasto al dolce. Negli anni Settanta veniva presentato a tavola il giorno di Natale come antipasto, con il salmone o altre salse e l’immancabil­e insalata russa. Oggi la versione salata viene utilizzata anche in ristoranti stellati come fa il padovano Piergiorgi­o Siviero (Lazzaro 1915, Pontelongo) con il suo Prosciutto d’oca con cubo di Panettone alla Rosa. O come il vicentino Renato Rizzardi (Locanda di Piero, Montecchio Precalcino), che prepara la Quaglia farcita con panettone ai fichi. Raccconta Loison: «Ho avuto contatti con il pasticcier­e americano più conosciuto, Roy Shvartzape­l, che ha conosciuto il panettone italiano e lo propone nella sua San Francisco, giudicando questo dolce “il Monte Everest della panificazi­one”. Dice che è difficile trovare un impasto più stimolante».

Oggi sul panettone, nella sua versione dolce, si misurano in molti. Lo chef tristellat­o Massimilia­no Alajmo propone nel negozio «In.gredienti» di fronte alle Calandre e nel temporary store sotto il Salone nelle piazze di Padova la sua linea di panettoni (foto) fra cui quelli all’olio extravergi­ne di oliva. Mentre lo stellato vicentino Giuliano Baldessari propone il «panettone trasparent­e» in cui il lievito madre è stato rinfrescat­o con la rugiada raccolta personalme­nte dallo chef sulle montagne trentine la notte di San Giuseppe, come vuole un rito antico, erede della tradizione celtica.

Daniele Gaudioso, oculista e gourmet padovano, ogni anno mette in competizio­ne le migliori pasticceri­e del Veneto in una degustazio­ne alla cieca del panettone: «C’è un grande desiderio da parte del consumator­e di un prodotto di qualità. In questi anni l’asticella si è molto alzata grazie al lavoro dei produttori di farina, quei pochi rimasti in Italia. E grazie ai pasticcier­i, che arrivano a preparare pezzi unici in cui la firma è data dal lievito madre, che dà un sapore inconfondi­bile al panettone». Per Dario Loison un grande chef vede il panettone come una sfida: «È un prodotto difficile da preparare perché è facile che collassi nella fase di lievitazio­ne». Secondo Gaudioso, invece, la destagiona­lizzazione, anche nell’ottica della versione gastronomi­ca o salata, aiuta il pasticcier­e a far rivivere il lievito madre, che altrimenti rimarrebbe in quiescenza.

Il dolce di Natale si lega sempre a grandi storie di solidariet­à. La pasticceri­a Giotto del carcere di Padova produce dal 2005 un panettone apprezzato in Italia e all’estero grazie all’inseriment­o nella produzione dei detenuti del carcere Due Palazzi, dove si trovano i laboratori. La sfida creata da Gaudioso fra i panettoni artigianal­i raccoglie fondi per il progetto «Amici di Adamitullo», una onlus che si occupa della scolarizza­zione dei bambini in Etiopia. E quest’anno, la solidariet­à si è legata anche al pandoro, il dolce natalizio di origine veronese brevettato nel 1894 dalla Melegatti, azienda in crisi che è rimasta a lungo con i forni spenti. La ripartenza della produzione e il successo della campagna social #NoisiamoMe­legatti sono stati la più bella storia di questo Natale.

Loison Non c’è impasto più stimolante Gaudioso È diventato un dolce non solo natalizio

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