Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Traffico di rifiuti alla «Coimpo» Chiusa l’inchiesta-gemella a Firenze
Nuova tegola giudiziaria, proveniente stavolta dalla Toscana, sugli ex vertici «Coimpo», l’azienda di lavorazione fanghi di Adria nella quale il 22 settembre 2014 persero la vita quattro lavoratori in un incidente. La Direzione distrettuale anti-mafia (Dda) fiorentina ha chiuso l’inchiesta su un presunto traffico illecito di rifiuti e sullo sversamento di scarti nocivi in terreni agricoli della Toscana.
In quest’ambito, nel settembre del 2016 sono finiti agli arresti domiciliari sei imprenditori, cinque residenti a Lucca e il 66enne di Noventa Padovana Gianni Pagnin. Ora la Procura di Firenze ha notificato l’avviso di conclusione indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, a 59 persone. Tra queste, oltre a Pagnin, anche altre quattro persone che hanno guidato «Coimpo»: Alessia Pagnin, 41 anni, già componente col padre Gianni del consiglio di amministrazione (Cda) dell’azienda; Mario Crepaldi, 62 anni di Adria dipendente «Coimpo»; Mauro Luise, 57enne di Adria, ex direttore tecnico della «Coimpo» e sua figlia Glenda Luise, 27enne ex componente del Cda.
I cinque sono stati arrestati a inizio mese — tre ai domiciliari e Gianni Pagnin e Mauro Luise in carcere — dalla Dda di Venezia per reati analoghi a quelli contestati da Firenze: aver sversato fanghi abusivi nei terreni.
Tornando al filone fiorentino, nelle indagini della Guardia di Finanza è emerso che scarti industriali tossici sarebbero stati smaltiti senza trattamento e poi dispersi nell’ambiente anche tramite incenerimento. Fanghi nocivi sarebbero stati riversati in terreni di aziende agricole poi adibiti a coltivazioni di grano.