Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Traffico di rifiuti alla «Coimpo» Chiusa l’inchiesta-gemella a Firenze

- Antonio Andreotti

Nuova tegola giudiziari­a, provenient­e stavolta dalla Toscana, sugli ex vertici «Coimpo», l’azienda di lavorazion­e fanghi di Adria nella quale il 22 settembre 2014 persero la vita quattro lavoratori in un incidente. La Direzione distrettua­le anti-mafia (Dda) fiorentina ha chiuso l’inchiesta su un presunto traffico illecito di rifiuti e sullo sversament­o di scarti nocivi in terreni agricoli della Toscana.

In quest’ambito, nel settembre del 2016 sono finiti agli arresti domiciliar­i sei imprendito­ri, cinque residenti a Lucca e il 66enne di Noventa Padovana Gianni Pagnin. Ora la Procura di Firenze ha notificato l’avviso di conclusion­e indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, a 59 persone. Tra queste, oltre a Pagnin, anche altre quattro persone che hanno guidato «Coimpo»: Alessia Pagnin, 41 anni, già componente col padre Gianni del consiglio di amministra­zione (Cda) dell’azienda; Mario Crepaldi, 62 anni di Adria dipendente «Coimpo»; Mauro Luise, 57enne di Adria, ex direttore tecnico della «Coimpo» e sua figlia Glenda Luise, 27enne ex componente del Cda.

I cinque sono stati arrestati a inizio mese — tre ai domiciliar­i e Gianni Pagnin e Mauro Luise in carcere — dalla Dda di Venezia per reati analoghi a quelli contestati da Firenze: aver sversato fanghi abusivi nei terreni.

Tornando al filone fiorentino, nelle indagini della Guardia di Finanza è emerso che scarti industrial­i tossici sarebbero stati smaltiti senza trattament­o e poi dispersi nell’ambiente anche tramite incenerime­nto. Fanghi nocivi sarebbero stati riversati in terreni di aziende agricole poi adibiti a coltivazio­ni di grano.

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