Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Maxi iper davanti al Catajo, è arrivato lo stop
Luce, prospettiva e decoro: nella lettera della Soprintendenza i motivi del «no» a nuove costruzioni
La collinetta che doveva nascondere alla vista il maxi centro commerciale di Due Carrare non ha convinto la Soprintendenza ai beni culturali di Venezia. Così come non l’hanno convinta i laghetti, le palme i percorsi ciclabili e le giostrine previste dai progettisti. Quando sembrava che nulla potesse mettersi di traverso alla realizzazione del discusso centro commerciale, poco lontano dal Castello del Catajo, la Soprintendenza ai beni culturali e artistici blocca tutto.
Di ieri mattina è la lettera che avvia formalmente la procedura per la «proposta di misure prescrittive per la tutela indiretta» del territorio - un quadrato di tre chilometri per lato attorno al Castello del Catajo - è arrivata ai Comuni di Due Carrare, Battaglia Terme, Montegrotto Terme, alla Provincia di Padova e alla Regione Veneto.
Il documento dice che, fatti salvi i minimi lavori di manutenzione delle opere esistenti, dentro a quel perimetro non si può costruire più nulla. Il maxi centro commerciale che la società Deda vuole realizzare (da almeno vent’anni) tra la statale Adriatica e l’autostrada, quindi, non si farà. Rifacendosi all’articolo 45 del codice dei beni culturali, il sovrintendente Andrea Alberti fa ruotare il provvedimento attorno a tre parole «magiche»: luce, prospettiva e decoro. Nulla dovrà «inquinare» la vista che si gode dal Castello.
Non si tratta, almeno formalmente, di una pietra tombale sul piano della società che aveva stilato il progetto di un parco commerciale esteso per 37.510 mq. La lettera della Soprintendenza lascia 80 giorni per osservazioni, repliche, appelli e ricorsi, ma difficilmente si potrà superare il vincolo paesaggistico.
Il sindaco di Due Carrare Davide Moro, preso di mira da ambientalisti, commercianti e dai sindaci limitrofi, si dice soddisfatto. Del resto la Soprintendenza gli toglie le castagne dal fuoco. «Speriamo che le tolga davvero e che non ne metta delle altre», dice il primo cittadino in quota Pd che stava portando avanti l’iter. Soddisfatti il suo vicino di casa, sindaco di Battaglia Terme Massimo Momolo («Il più bel regalo che potessero farmi») e gli ambientalisti: «Abbiamo la soddisfazione di vedere che le istanze che stiamo portando avanti con tanta determinazione hanno trovato una sponda istituzionale – affermano Francesco Miazzi e Annachiara Capuzzo-. In ogni caso possiamo garantire a Deda, al fondo che la sostiene e all’amministrazione comunale di Due Carrare che la nostra iniziativa non subirà battute d’arresto e proseguirà fino alla conclusione certa di questo nefando progetto».