Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sciopero flop delle commesse «Noi minacciate»
Federdistribuzione: «Adesioni al 4%»
La protesta delle commesse non è riuscita ieri a frenare la macchina degli acquisti prefestivi, che ieri ha tirato dritto nonostante lo stop proclamato dalle sigle sindacali contro la grande distribuzione e la cooperazione. Federdistribuzione: «Adesioni al 4 per cento».
Hanno cambiato i turni, spostato il personale per assicurare le aperture e ci è giunta voce di intimidazioni
Bandiere, cartelloni e fischietti non sono riusciti a frenare la macchina degli acquisti prefestivi, che ieri ha tirato dritto nonostante lo sciopero proclamato dalle sigle sindacali contro la grande distribuzione e la cooperazione. Nel Veneziano le proteste si sono concentrate nella zona commerciale compresa tra Terraglio e via Castellana, dove da anni si moltiplicano i vari Auchan, Decathlon, Mediaworld, Despar e Coop: all’urlo di «contratto subito» un centinaio di manifestanti ha occupato le rotatorie e le strade di collegamento tra un grande magazzino e l’altro, mentre di fronte agli altri punti vendita cittadini, sparpagliati in tutta la provincia, ci si è limitati a un semplice volantinaggio. Le motivazioni della giornata a braccia conserte sono note da settimane: «Federdistribuzione ha disatteso il contratto nazionale, mentre la cooperazione lo aspetta da quattro anni – spiega Caterina Boato, di Filcams Cgil – Coop vuole erodere i diritti conquistati e le sue stesse specificità, a cominciare dal tentativo di cancellare il periodo di carenza, ovvero i primi tre giorni di malattia, che l’azienda copriva con la sua cassa». Ma le difficoltà sono diverse, e riguardano soprattutto i ritmi di vita dei singoli lavoratori, in certi casi divenuti ingestibili: Andrea Ciampi, della Coop nel centro commerciale Nave de Vero, arriva a Marghera da Salzano, e teme di non avere più tempo per la sua famiglia. «C’è chi si sveglia tutte le mattine alle 5, e la sera deve andare a letto alle 22. Magari lavora anche la domenica, e così non ha più nessuno spazio personale – spiega il dipendente – Adesso vogliono ridurci anche le tutele per la malattia, ma il nostro è anche un lavoro usurante: tanti colleghi, non più giovani, soffrono di ernie croniche, di patologie che li costringono a letto per giorni».
I fischi e i cori delle sigle sindacali, però, non sono riusciti a sfondare le porte a vetri dei supermercati e dietro la fila di casse – automatiche e non – i clienti si mettevano ordinatamente in coda, completamente dimentichi della protesta che li aveva rallentati nel cercare un parcheggio. Le adesioni per ciascun negozio si contavano sulle dita di una mano: un solo delegato sin-
dacale assente in un grande magazzino, cinque defezioni in un supermercato, nessuna mancanza in quello vicino. Anche spostandosi verso Marcon e il Valecenter – luogo di contestazioni, e unico marchio a tenere le saracinesche alzate il prossimo 26 dicembre – il lavoro tra gli scaffali procedeva regolare, anche a fronte dei tanti clienti che affollavano le gallerie. «La cooperazione nelle ultime settimane ha adottato le stesse strategie a cui ci ha abituato Federdistribuzione – denuncia Boato – Hanno cambiato i turni, spostato il personale per assicurare le aperture e ci è giunta voce di minacce e intimidazioni, specie nei confronti di contratti determinati e part-time, che magari si sono visti cambiare orario, da una giornata di quattro ore ad un turno spezzato di nove e mezza, che chiaramente non si poteva saltare. Verificheremo e ci muoveremo con denunce per comportamento antisindacale».
Intanto proprio Federdistribuzione fornisce i primi, impietosi dati sulla partecipazione allo sciopero: stando alla federazione l’adesione si è fermata al 4,3 per cento, una percentuale inferiore a quella del maggio 2016, che aveva registrato un 6,5 per cento. Coop, invece, si mantiene più vaga e dichiara una partecipazione alla protesta «inferiore al 20 per cento». Su oltre cinquemila lavoratori dei due comparti impiegati in tutta la Provincia, d’altronde, solo un centinaio hanno sfilato in corteo.