Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tre storie per un giallo Prima di sparire Sofiya fece la sua scelta

IL GIALLO DI CORNUDA LE INDAGINI

- Citter

Tre amori da conciliare. Forse troppi. I nuovi sviluppi sulla scomparsa della 43enne di Cornuda Sofiya Melnyk fanno pensare a un triangolo amoroso finito male. Per la prima volta parla l’amore più recente, un medico che confessa di aver perso la testa per la donna svanita nel nulla a metà novembre.

«Quello che sto passando non lo auguro a nessuno. Stavamo insieme da poco, ma il tempo non conta quando una storia è così importante». A parlare è l’uomo di Sofiya Melnyk, la bella ucraina dagli occhi verdi, scomparsa nel nulla il 15 novembre scorso da Cornuda, il paese sui colli asolani dove viveva con il compagno Pascal Albanese, 50 anni, morto suicida undici giorni dopo.

Di lei, da allora, non si sa più nulla, avvolto in un mistero che si popola di nuovi attori. Perché Sofiya, che diceva di fare l’interprete, stava con Pascal da 16 anni, ma aveva altre relazioni. Tra le quali si era insinuato da poco il nuovo amore, il medico radiologo di origini siciliane in servizio presso una struttura pubblica della provincia. E il cuore della bella 43enne ormai batteva solo per lui. Lo aveva conosciuto a settembre, e subito, ha raccontato alle amiche, era nato un amore travolgent­e. Una passione che Sofiya voleva vivere pienamente, ed era pronta a rinnegare il suo passato di incastri e relazioni. La vita a Cornuda con Pascal, con il quale stava da 16 anni, che presentava agli amanti come un cugino e del quale diceva: «Gli devo molto». E quella a Rimini, con il geologo 70enne con il quale aveva una relazione da 9 anni e che raggiungev­a ogni fine settimana: «Le avevo chiesto più volte di andare a vivere insieme, ma no ha mai voluto. Preferiva che ognuno mantenesse la sua libertà». Per anni, Sofiya è riuscita a mantenere l’equilibrio tra Pascal e il geologo. Fino a quando nella sua vita è arrivato l’amore vero. Ed è proprio il medico trevigiano ad ammetterlo. Raggiunto nell’ambulatori­o di radiologia dove lavora, il profession­ista con la voce rotta dall’emozione spiega che: «Non conta il tempo che abbiamo passato insieme, perché la nostra è stata fin da subito una storia importante». Non vuole parlare della scomparsa di Sofiya, perché dice: «C’è un’indagine in corso». Ma sull’amore che prova non ha reticenze: «Non auguro

Il medico «Amore travolgent­e, non auguro a nessuno di passare quello che sto passando io»

a nessuno di provare quello che sto provando. Mi manca ogni minuto». E proprio decidendo di vivere pienamente questo grande amore, Sofiya potrebbe aver firmato la sua condanna a morte. Perché se è morta, il movente dell’omicidio potrebbe essere la gelosia di Pascal. Il compagno di sempre aveva forse capito che quel nuovo rapporto stava per strapparle tutto: l’amore e la casa. La villetta di via Jona a Cornuda, infatti, era Sofiya a pagarla con l’aiuto del geologo. Pascal non lavorava da anni. E i due avevano un ménage particolar­e. Lei con le sue frequentaz­ioni e lui come un’ombra sempre presente.

I tre uomini si sono incontrati nella caserma dei carabinier­i di Cornuda il 17 novembre. L’unico a sapere dell’esistenza di entrambi era Pascal, «il cugino». Conosceva da anni il 70enne riminese. Il medico l’aveva conosciuto pochi giorni prima che Sofiya sparisse. Sabato 11 novembre quando la 43enne lo aveva fatto andare nella villetta per prendere alcune misure in mansarda. E’ forse in quel momento che il 50enne, vedendoli insieme, capisce che la sua donna è persa per sempre? Le amiche hanno raccontato che lei aveva annunciato a Pascal la decisione di lasciarlo per stare con il radiologo. E che lui si era arrabbiato molto. Il giorno della sua scomparsa, Sofiya doveva andare a cena dal medico che però, alle 20.25, riceve un messaggio dalla 43enne: «Non posso venire perché una mia amica è in crisi». Parole che, a detta delle amiche, Sofiya non avrebbe mai usato. In quel momento il suo telefono si spegne e non si riaccender­à mai più. E Pascal? Tace. Il 17 novembre viene chiamato dai carabinier­i in caserma. Lì c’è il geologo che è corso da Rimini a Cornuda per denunciare la scomparsa di quella che chiama la «mia compagna». Al 70enne che preoccupat­o più volte lo aveva chiamato, Pascal aveva risposto: «Non preoccupar­ti la faccio cercare dai miei amici». Undici giorni dopo si toglie la vita, portando con sé tanti segreti. Intanto il tempo inesorabil­e passa e di Sofiya non c’è traccia. E il radiologo è sempre più preoccupat­o per la sorte della sua compagna e commosso dà voce a una speranza ormai sempre più flebile: «La notizia più bella per me sarebbe sapere che sta bene».

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Insieme Pascal Albanese, suicida a Cornuda e Sofiya Melnyk, convivente scomparsa 11 giorni prima

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