Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Metodi di indagine poco ortodossi Cinque condannati
Indagini antidroga condotte con metodi non legali per il collegio di giudici, che ieri ha condannato a 8 anni e 9 mesi complessivi cinque carabinieri accusati a vario titolo di concussione lieve, concorso in spaccio, peculato, falso e sostituzione di persona. Un sesto è stato invece assolto «per non aver commesso il fatto». All’inizio dell’indagine erano 12 i militari indagati. Per l’accusa, nel 2011, in servizio alla stazione (oggi tenenza) di Dueville, avrebbero utilizzato come agente provocatore (in sostanza come «esca») uno spacciatore di basso profilo per arrestare i pusher del livello superiore. Modalità investigative non ammesse se non con il benestare dell’autorità giudiziaria, che non c’erano. Avrebbero istigato il «pesce piccolo» promettendo di non segnalarlo per la cocaina con cui lo avevano beccato precedentemente. E avrebbero usato le copie dei documenti di uno straniero per attivare un’utenza telefonica, effettuato perquisizioni illegali e attestato il falso in alcuni verbali. A far partire le indagini della procura, poi affidate ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vicenza, fu la finanza nel contesto di un’operazione antidroga. I colleghi condannati in primo grado nel 2014, a marzo di quest’anno sono stati assolti dalla corte d’appello di Venezia. Ieri la chiusura del primo grado per gli altri sei, per i quali il pm Luigi Salvadori aveva chiesto complessivamente 26 anni. Due anni e sette mesi ciascuno e l’interdizione ai pubblici uffici per 2 anni al maresciallo Francesco Franzese, all’appuntato scelto Vincenzo Abram e al carabiniere scelto Angelo Landolfa. Si resta in attesa di eventuali procedimenti disciplinari. Sei mesi (pena sospesa e non menzione) per l´ex comandante della stazione, il maresciallo Giuliano Forlano. Sei mesi anche al carabiniere scelto Antonio Laricchia, pena sospesa. Assolto su tutta la linea il maresciallo Paolo Speciale. Sei mesi ciascuno, ai due civili, Aouinti Abdelilah e Paik Dusko. Assolto un terzo, Matteo Segato.
Due Ville Un pesce piccolo come esca