Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Doppio ospedale, abbiamo risolto alla democristi­ana»

Giordani: un passo indietro o si fermava tutto

- Davide D’Attino

«Vi ho sempre detto che sono un vecchio democristi­ano. E, quindi, possiamo dire che quella che abbiamo trovato è proprio una soluzione democristi­ana». A bocce ferme, a distanza di ventiquatt­rore dall’accordo di programma sul nuovo ospedale firmato giovedì con il presidente della Regione, Luca Zaia, il sindaco Sergio Giordani si sbottona un po’. E, ieri mattina durante il consueto scambio di auguri natalizi con i cronisti a Palazzo Moroni, si libera della tensione accumulata negli ultimi sei mesi. Una tensione, al di là delle smentite di rito, non solo nei rapporti con il governator­e. Ma anche, se non soprattutt­o, in quelli all’interno della maggioranz­a in Comune.

«E’ vero – ricorda il primo cittadino, con a fianco il suo vice Arturo Lorenzoni e l’intera giunta, tranne l’assessore al Commercio Antonio Bressa e quello al Sociale Marta Nalin, impegnati in incontri istituzion­ali – In campagna elettorale, avevamo promesso di realizzare il nuovo ospedale al posto di quello attuale, il cosiddetto nuovo su vecchio, definizion­e che a me non è mai piaciuta. Tanto che, grazie allo studio di pre-fattibilit­à elaborato dall’architetto Maurizio Striolo, avevamo dimostrato che in via Giustinian­i c’era tutto lo spazio possibile per costruire un nuovo polo della salute con 1.400 posti letto. Poi però – spiega

Il sindaco La politica è l’arte del possibile, del comprome sso. Impuntarsi serviva ad ottenere nulla I partiti Intanto Pd e Coalizione civica benedicon o l’intesa

Giordani – di fronte al parere contrario della Regione e dell’Università, abbiamo dovuto fare un passetto indietro».

E qui il sindaco torna il democristi­ano che dice di essere: «Io, come sapete, sono un imprendito­re prestato alla politica. E, in questi primi sei mesi di mandato, mi hanno insegnato che la politica è l’arte del possibile, del compromess­o. In sostanza – sottolinea l’imprendito­re, mentre Lorenzoni fa sì con la testa – per me e per Arturo, sarebbe stato molto più facile metterci di traverso e non arretrare di un millimetro rispetto alle nostre convinzion­i. Ma, comportand­oci in questo modo, cos’avremmo ottenuto? Niente di niente. La telenovela del nuovo ospedale sarebbe proseguita chissà ancora per quanti anni».

Invece, sostiene il sindaco, si è preferito mettere al centro Padova: «Io e Arturo – scandisce Giordani, mentre Lorenzoni continua ad annuire – non abbiamo alcuna intenzione di fare carriera politica e tantomeno abbiamo padrini politici a cui dover rendere conto. A noi, forse qualcuno non l’ha ancora capito, interessa soltanto il bene della nostra città e riconsegna­rla, tra cinque anni, meglio di come l’abbiamo trovata». Quindi, con un doppio polo medico-sanitario: uno in via Giustinian­i e l’altro a Padova Est. «Sono stra-sicuro che, quando l’accordo dovrà essere approvato in consiglio comunale, tutta la maggioranz­a voterà a favore», scandisce il sindaco, proprio mentre Pd e Coalizione Civica diffondono due note distinte in cui benedicono l’intesa raggiunta con Zaia.

Tutti contenti? Pare proprio di sì. La conferma definitiva, però, arriverà soltanto in aula.

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