Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Iper di fronte al Catajo, Deda non molla
La cautela non è mai troppa ma ambientalisti, le associazioni di commercianti e molti cittadini hanno gridato alla vittoria due giorni fa quando la Soprintendenza ai beni artistici di Venezia ha comunicato di aver avviato l’iter per il riconoscimento della tutela paesaggistica nell’area attorno al Castello del Catajo, bloccando la realizzazione del centro commerciale che sarebbe sorto a una manciata di chilometri dalla dimora storica. Anche i sindacati si dicono soddisfatti dell’iniziativa, che non era ben vista dal comparto del commercio di Cgil, perché a fronte delle centinaia di posti di lavoro che ipoteticamente potevano nascere si sarebbero spenti tanti piccoli negozi nell’area vicina al centro, con un saldo che i sindacati definiscono comunque negativo. Non più tardi di quest’estate, alla richiesta di un commento da parte di Cgil sul possibile sviluppo di posti di lavoro la risposta era stata negativa. «Una struttura di tali dimensioni determinerà certamente la chiusura di tantissimi piccoli esercizi nell’area vasta in cui insisterà; gli eventuali benefici per l’occupazione saranno solo momentanei e illusori, visto che tutti gli studi dimostrano come, in questi casi, i posti di lavoro persi nel commercio al dettaglio sono di gran lunga superiori a quelli creati» avevano detto Marquidas Moccia, segreteria generale Filcams Cgil Padova, e Alessandra Stivali, segreteria provinciale Cgil Padova. Tutti contro il sindaco di Due Carrare Davide Moro, che portava avanti il progetto anche (e soprattutto) nella convinzione che il mancato rispetto dei diritti acquisiti dalla società Deda srl avrebbero comportato sanzioni al Comune. Deda srl, però, non si arrende: «Prendiamo atto dell’iniziativa della Soprintendenza e rappresenteremo nei tempi previsti le nostre osservazioni – ha detto ieri la società in una nota - Si apre adesso una fase di confronto che consentirà certamente di dimostrare e anche migliorare la compatibilità e sostenibilità dell’intervento, che ad oggi non è mai stato oggetto di specifica valutazione. La compatibilità e sostenibilità dell’intervento da ultimo proposto risulta del resto evidente in relazione a soluzioni progettuali precedentemente approvate, che non avevano comportato alcun rilievo in ordine alla edificazione di fabbricati sull’area, già oggetto di valido e efficace permesso di costruire e di conseguente avvio dei lavori».