Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Riello, testimone ad Aermec dopo la vendita delle caldaie
Statua del fondatore al ramo del freddo, che tocca i 200 milioni
Un passaggio di testimone simbolico tutto interno alla dinastia dei Riello ha segnato ieri il tradizionale ritrovo per gli auguri natalizi alla Aermac. Il presidente Alessandro Riello ha ricevuto un gradito omaggio dal cugino (di secondo grado) Ettore, che ha da poco completato la vendita della Riello Group con la cessione alla multinazionale americana Utc anche dell’ultimo 30 per cento che ancora era in suo possesso. Da Legnago, però, Ettore si è portato via la statua del nonno (da cui ha preso il nome) che suo padre Pilade, il fondatore della storica azienda di caldaie, fece erigere in sua memoria.
Da ieri, quella statua ha traslocato qualche chilometro più in là, alla Aermec di Bevilacqua, dove altri discendenti di Ettore senior (prima Giordano, poi il figlio Alessandro) hanno dato vita ad un’azienda che si è affermata con un business uguale e contrario a quello della Riello: invece del caldo dei bruciatori, il freddo dei condizionatori. «Mio nonno Ettore era un semplice operaio specializzato senza alcun spirito imprenditoriale - ricorda Ettore junior - ma per mio padre è stata una grande figura di riferimento per i valori che ha saputo trasmettergli. Sono quelle qualità, unite alla sua propensione al rischio e al suo fiuto per gli affari, che gli hanno permesso di fare poi quel che ha fatto. E oggi l’unica vera realtà industriale che ha ancora quei connotati e quella filosofia è Aermec». «Quello di oggi (ieri, ndr) non è stato un matrimonio imprenditoriale, è stato un grande abbraccio famigliare», chiarisce infatti Alessandro Riello. Un abbraccio cui era presente anche il padre Giordano, che proprio ieri ha compiuto 91 anni.
Ieri, in Aermec, c’erano anche altre ragioni per festeggiare. Alessandro Riello ha annunciato che, per la prima volta nella sua storia, l’azienda supererà quest’anno i 200 milioni di fatturato. «Abbiamo scavalcato quel muro come non eravamo riusciti a fare lo scorso anno fermandoci a 196 - spiega Alessandro - Un traguardo simbolico ma anche di sostanza, visto che ci proietta nell’arena con i grandi protagonisti di questo settore».
Il 2017 sarà quindi da ricordare per Aermec, ma non andrà agli archivi come un anno facile. L’azienda ha dovuto fare i conti con un’impennata dei prezzi delle materie prime, con la nuova regolamentazione europea che imporrà di riprogettare entro il 2021 il 75 per cento del catalogo, con mercati che restano fortemente perturbati (significativi, a questo proposito, i nuovi approdi in Estremo Oriente e in America Latina), e - non ultimo - con uno scenario competitivo completamente rivoluzionato. «Tutti i nostri principali concorrenti sono stati ceduti a grandi multinazionali - spiega Alessandro Riello restiamo l’ultima azienda in Italia, ma direi anche in Europa, con una conduzione ancora familiare».
Una responsabilità da far tremare i polsi, ma anche un grande motivo di orgoglio per i Riello del «freddo», cui ora si aggiunge anche quello del passaggio interno tra i due rami della famiglia. «Le tecnologie si comprano, i soldi si trovano, ma è il senso di appartenenza che ci distingue davvero, il vero nostro valore aggiunto», spiega Alessandro. Da ieri, all’ingresso di Aermec, c’è anche la statua di Ettore Riello a ricordarlo.
Ettore A Bevilacqua si respira ancora lo spirito delle origini
Alessandro
Siamo l’ultima azienda del settore in mani familiari