Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Adotta una parola» per salvare i termini che non usiamo più

- Si. Mo.

L’italiano, alle sue origini, era una lingua romanza parlata da Dante, Boccaccio e Petrarca, complicata e con mille sfumature diverse che l’hanno resa così bella e armoniosa. Seguendo il corso naturale delle cose, si è evoluto e molte parole molto comuni fino a poche decine di anni fa sono cadute in disuso. Per evitare che termini che possono sembrare arcaici e invece costituisc­ono parte del nostro patrimonio culturale possano cadere nel dimenticat­oio, è nato il premio, ormai arrivato alla quarta edizione, «Adotta una parola», dedicato ad alunni delle scuole secondarie, organizzat­a dalla società Dante Alighieri in collaboraz­ione con la Provincia di Padova.

Gli studenti sono stati chiamati a scrivere un tema inserendo cinque parole arcaiche da un elenco di trenta. Hanno partecipat­o 300 ragazzi e i primi posti del podio, assegnati ieri mattina a Padova, sono tutti al femminile: Anna Bianzale, 11 anni ha vinto il primo premio per le scuole medie, mentre per le scuole superiori sono arrivate parimerito Anna Novielli, 17 anni e Martina Baraldo, del liceo Ferrari di Este (Padova). «Siamo rimasti stupiti per la profondità degli argomenti trattati e per la fluidità della narrazione – commenta soddisfatt­a Maristella Mazzocca, presidente della società Dante Alighieri – Ci sono stati temi sul duello tra la vita e la morte, su come la guerra cambia le persone ma anche racconti di fantasia».

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