Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tassa sul cane la proposta in Regione
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il matrimonio per cani in una villa palladiana. Il consigliere regionale Stefano Valdegamberi rilancia la sua idea di una tassa sul cane, 30 euro l’anno.
Il piumino Moncler per il cane. Occhei. Mica lo si può proteggere dal freddo con un banale cappottino di lanaccia che ne violenta l’estetica (Stefano Valdegamberi, consigliere regionale di rito zaiano, strabuzza gli occhi, sembra sorpreso).
Il passeggino per il cane. Certo. In fin dei conti, nelle frenetiche giornate della caccia all’ultimo regalo, pure lui si può stancare (Valdegamberi sbuffa, esibisce sincera incredulità).
La cuccia a 5 stelle già prenotata nell’hotel in montagna. E va bene. Sai i sensi di colpa del padrone avvolto nella seta mentre Fido è costretto a rigirarsi su un ruvido cuscino? (Valdegamberi si tormenta le mani, ormai è al limite).
E meno male che c’è il Pawsecco, cocktail di fiori di sambuco, ortica, ginseng e lime da mescere nella ciotola per brindare all’anno nuovo. Costa solo 9 euro...
Ma qui Valdegamberi non si trattiene più, manda tutti a quel paese e lancia la «Dog Tax»: una tassa da imporre ai proprietari dei cani che possono vantare un reddito al di sopra di una certa soglia - da precisare - e possono permettersi di ricoprire gli amici a quattro zampe di lussi scintillanti. L’ha annunciata durante il dibattito in consiglio regionale sul bilancio. E ora torna alla carica, facendo di conto: «In Veneto sono censiti 1 milione e 100 mila cani. Vogliamo toglierne un 30%?, perché di certo non andiamo a colpire gli anziani, i disabili, le persone per cui un animale da affezione è davvero importante. Ne restano circa 800 mila. Vogliamo dire che la tassa ammonta a 30 euro l’anno, che non mi pare un’enormità? Fanno 24 milioni di euro nelle casse della Regione, soldi che potremmo destinare al Sociale, a chi davvero ne ha bisogno, alle famiglie con più di un figlio».
Valdegamberi precisa: «Non ho nulla contro gli animali, anzi, sono cresciuto in campagna, l’aia di casa mia traboccava di animali». E però «trovo inaccettabile che il Pd abbia proposto di mettere nuove tasse a carico delle famiglie (i
dem suggerivano un’addizionale Irpef sui redditi oltre 75 mila euro, ndr.) mentre c’è gente che spende migliaia di euro per il cane in doccette, cuccette, addirittura panettoni. Ma scherziamo? L’altro giorno sono stato dal commercialista: si detraggono più soldi con le spese veterinarie che con quelle per i figli. Fa spavento. E preoccupa, perché sempre più coppie scelgono di comprare un cane anziché fare un figlio, ma domani le pensioni ce le pagheranno i figli, mica i cani... Penso sia un dovere della politica orientare le risorse con le sue scelte, dunque sì alla tassa sui cani se ci consentirà di disporre di più soldi per le famiglie».
Si vedrà se la proposta approderà davvero all’attenzione dell’aula. Nel frattempo, abbiamo evitato di dire al consigliere che nel Vicentino i padroni di Honey e Chupy, una cockerina nera e un barboncino grigio, hanno affittato per il «matrimonio» dei loro cuccioli la settecentesca villa Capra Bassani, gioiello neopalladiano di Sarcedo. La cerimonia «nuziale», previo passaggio dal tolettatore, la torta a tema e le medagliette per il giuramento di fedeltà (tra animali, oltreché agli umani) sono costate mille euro e hanno mandato su tutte le furie il sindaco Luca Cortese: «È una farsa, pretendo spiegazioni». E meno male che Honey e Chupy non hanno chiesto pure il servizio fotografico e il video «a prova di cane», sennò sai che addizionale si metteva a studiare Valdegamberi...