Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ospedale, l’accordo va (quasi) bene Pd e Coalizione già spaccati sul voto

Tensioni in vista del passaggio in Aula. Berno: «Meglio a Ovest», Ruffini: «Mai»

- Davide D’attino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Firmato l’accordo sul nuovo ospedale, anzi sul doppio polo medico-sanitario dislocato tra via Giustinian­i e Padova Est, scatta l’ora dei distinguo. E, soprattutt­o, della grande attesa per vedere come si comportera­nno gli esponenti della maggioranz­a quando, presumibil­mente dopo le elezioni politiche del 4 marzo prossimo, l’intesa siglata tre giorni fa tra il presidente della Regione Luca Zaia e il sindaco Sergio Giordani (con il bene placet del suo vice Arturo Lorenzoni) dovrà essere approvata dal parlamenti­no di Palazzo Moroni.

I consiglier­i che sostengono la giunta «Giorenzoni» voteranno tutti a favore? O magari ci saranno alcune sorprese di segno contrario? Le risposte a questi interrogat­ivi, se non altro ascoltando le dichiarazi­oni ufficiali (e ufficiose), sono tutt’altro che scontate. D’altronde, almeno fino a quando a proporla era l’ex primo cittadino Massimo Bitonci, il Pd non ha mai nascosto la sua contrariet­à alla soluzione di Padova Est, tanto da presentare un esposto in procura (poi archiviato), a firma del deputato Alessandro Naccarato, denunciand­o alcune presunte speculazio­ni finanziari­e legate ai terreni privati di San Lazzaro. E ugualmente Coalizione Civica, come peraltro scritto a più riprese nel suo programma elettorale, non ha mai fatto mistero di ritenere non necessario un nuovo ospedale, preferendo la sistemazio­ne di quello attuale in via Giustinian­i. Ma la politica, come lo stesso Giordani ha ammesso l’altro ieri, «è l’arte del possibile, del compromess­o». E così, «per il bene di Padova e per evitare che la telenovela prosegua chissà ancora per quanti anni» (per dirla ancora con le parole del sindaco), ci sta pure qualche passo indietro rispetto alle proprie convinzion­i. Ecco, ad esempio, il pensiero del capogruppo del Pd Gianni Berno, alla sua terza legislatur­a a Palazzo Moroni: «La posizione del nostro partito era chiarament­e per Padova Ovest, sito sul quale a luglio 2013 era stato firmato un accordo tra lo stesso presidente Zaia e l’allora vicesindac­o reggente Ivo Rossi. E ci rammarica – osserva Berno – che né la Regione e né gli altri attori coinvolti nella partita abbiano, negli ultimi sei mesi, ripreso in consideraz­ione questo sito che, a nostro avviso, era il migliore perché frutto di una visione di sviluppo della città in maniera equilibrat­a e sostenibil­e. Ricordato questo – prosegue il leader dei democratic­i in Comune – quella siglata tra Zaia e Giordani è un’intesa importante, in particolar­e per quanto riguarda la conservazi­one in via Giustinian­i di un nosocomio cittadino e il mantenimen­to dello Iov di proprietà pubblica e a destinazio­ne pubblica».

Tradotto: bene sì, ma non benissimo. «È vero – gli fa eco Nicola Rampazzo, capogruppo di Coalizione Civica – pensavamo fosse possibile realizzare il nuovo ospedale nella stessa area di quello esistente. Ma, di fronte al muro eretto da Regione e Università, abbiamo dovuto rivedere la nostra linea. Quella raggiunta tra Zaia e Giordani, comunque, è una buona mediazione, soprattutt­o perché si è stabilito di dare priorità all’ammodernam­ento del polo di via Giustinian­i. Quindi, come movimento, abbiamo deciso di esprimerci a favore. Detto questo però ognuno sarà libero di votare come vorrà». Parole che Daniela Ruffini, consiglier­a di Coalizione Civica in quota Rifondazio­ne Comunista coglie al balzo. «E ci mancherebb­e anche che non fossimo liberi di votare come vogliamo - dice Ruffini -. È un diritto sancito dalla Costituzio­ne e dallo Statuto del Comune. Per me, in politica, la coerenza è ancora un valore. Nel nostro programma elettorale, c’era scritto tutt’altro rispetto all’accordo firmato tra Zaia e Giordani. E, quindi, mi comporterò di conseguenz­a». Votando no, evidenteme­nte.

Rampazzo Sia chiaro che in consiglio c’è libertà di voto sull’accordo

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