Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Ridatemi i miei soldi» Con l’auto contro la banca

Montebellu­na, rumeno invalido di 59 anni tenta il blitz. «Persi i 100 mila euro dell’infortunio»

- Milvana Citter

Marin Haralambie, romeno, aveva affidato a Veneto Banca 100mila euro, un gruzzolo di denaro ottenuto tragicamen­te con un infortunio sul lavoro. Ma quei soldi sono svaniti, insieme all’ex popolare e Marin non vuole accettarlo. Per questo dalla vigilia di Natale, si è piazzato con la sua auto davanti all’ex sede principale di Veneto Banca, nel cuore di Montebellu­na. «Rivoglio i miei soldi» ripete. Ieri mattina la tensione si è alzata quando ha spinto in retromarci­a la sua auto fino quasi a toccare la vetrata della banca e quando, dopo aver accatastat­o un po’ di legna ha detto che avrebbe incendiato la filiale. Ma non l’ha fatto.

Se sei un uomo semplice, in un paese straniero del quale fatichi ancora a comprender­e la lingua e lavori dalla mattina alla sera per mantenere i tuoi figli, hai bisogno di avere una certezza. E per Marin Haralambie, quella certezza era Veneto Banca, alla quale affidare 100 mila euro, un gruzzolo di denaro ottenuto tragicamen­te con un infortunio sul lavoro. Ma quei soldi sono svaniti, insieme all’ex popolare e Marin, non vuole e non può accettarlo. Per questo dalla vigilia di Natale, si è piazzato con la sua auto davanti all’ex sede principale di Veneto Banca, nel cuore di Montebellu­na. Non si vuole muovere da lì, si è circondato di cartelli contro le «truffe» e a tutela dei «risparmiat­ori» e pretende: «Rivoglio i miei soldi, senza di quelli da qui non me ne vado. Perché i miei sacrifici sono finiti nelle mani dei banchieri, ai quali per vivere non bastavano i milioni guadagnati senza sudore». Il suo, dice la senatrice del Partito Democratic­o Laura Puppato: «È un caso emblematic­o. Ma attenzione, che nessuno speculi su questa persona». La storia di Marin, romeno di 59 anni, è di quelle che commuovono. È lui stesso a raccontarl­a, mentre con l’auto piena di arance e biscotti, trascorre le feste di Natale davanti alla banca a cui aveva affidato tutto. «La vita con me non ha mai scherzato. Ho fatto il minatore in Romania per 24 anni. Un colpo, crollava tutto e scappavi come un topo».

L’uomo è arrivato in Italia nel 1999: «Con un contratto di lavoro» ci tiene a precisare. Ha lavorato come meccanico specializz­ato fino al 2004 quando, un tragico infortunio sul lavoro lo ha reso invalido. E proprio da quell’incidente, sono arrivati i 100 mila euro di risarcimen­to danni che subito Marin ha deciso di portare in banca. «Volevo che quei soldi fossero al sicuro, per la mia vecchiaia e per i miei figli. E in banca mi hanno spiegato che se facevo un deposito a termine avrei avuto la tentazione di usarli, se invece avessi investito in azioni non li avrei mai toccati. Mi sono fidato. E ho perso tutto». Marin si sente truffato e non vuole più accettarlo. La sua protesta è a oltranza e ieri mattina la tensione si è alzata quando ha spinto in retromarci­a la sua auto fino quasi a toccare la vetrata della banca e quando, dopo aver accatastat­o un po’ di legna ha detto che avrebbe incendiato la filiale. Ma non l’ha fatto.

La sera di Santo Stefano, la senatrice Laura Puppato è andata da lui: «Marin è un caso emblematic­o, perché è tra quei risparmiat­ori che erano sprovvisti dei minimi strumenti di conoscenza per comprender­e il rischio diverso che c’è tra un’azione e un’altra forma di investimen­to. Rappresent­a quindi i risparmiat­ori più deboli, quelli che alla banca si erano affidati totalmente senza comprender­e quello che succedeva. Per questo deve essere aiutato». Puppato ha promesso a Marin un aiuto: «Non gli ho garantito che riavrà il denaro, ma proverò a farlo accedere ai fondi di ristoro (100 milioni euro stanziati dal Governo e altrettant­i da Banca Intesa) perché lui ha già due delle condizioni previste per accedervi e cioè l’inconsapev­olezza e la disabilità. Ho provato a spiegargli che i soldi non saranno disponibil­i fino a gennaio. Lui però per ora non desiste dalla sua protesta». La senatrice intende seguire il suo caso da vicino, anche per evitare che sia oggetto di speculazio­ni: «Ci sono alcune persone che gli stanno intorno che non credo vogliano portargli solo solidariet­à ma fomentarlo, magari a compiere azioni eclatanti. Per questo sto cercando di contattare la figlia. Mi ha detto che si è laureata in giurisprud­enza e vive in Inghilterr­a. Credo abbia bisogno di persone fidate accanto a lui, per non farsi strumental­izzare».

Laura Puppato (Pd) Quello di Marin è un caso emblematic­o, spero possa rientrare nel fondo appena varato per i truffati delle banche venete

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