Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tensioni interne e appelli ai «civici» Inizia la lunga marcia delle Politiche
VERSO LE ELEZIONI I NOMI E LE TRATTATIVE
Pochi brindisi e tanti botti (d’artificio e non). Il 2018 non è iniziato che da poche ore, ma ha già il sapore di un anno da regolamento di conti. Le elezioni politiche sono pericolosamente vicine (al 4 marzo mancano appena nove settimane) e sia nel centrosinistra che nel centrodestra le acque sono decisamente agitate (per motivi completamente diversi tra loro).
Iniziamo dai dolori del centrosinistra. La coalizione di governo guidata prima da Letta, poi da Renzi e infine da Gentiloni rischia di finire fuori strada e di schiantarsi contro un palo verde-azzurro ben piantato sui territori. Il Pd si presenta alle elezione con la più profonda spaccatura che la sinistra abbia mai conosciuto e deve fare i conti con la macchina messa in piedi in questi mesi da Liberi e Uguali. Quella che all’inizio sembrava solo una ripicca contro Renzi, destinata a una bolla di sapone, è in realtà una squadra di nomi noti che in Veneto può centrare l’8 o anche il 10% delle preferenze rubando spazio vitale ai democratici. Nel collegio di Padova città poi, l’unico contendibile dal centrosinistra (nell’Alta e nella Bassa padovana, a meno di acrobazie dei 5 Stelle che sono un’incognita costante, i bookmaker danno il centrodestra vincente su tutta la linea quindi i candidati del Pd saranno nomi di bandiera o doppie candidature), i bersaniani guidati dal senatore Pietro Grasso hanno intenzione di schierare Flavio Zanonato per buona pace degli otto parlamentari uscenti del Pd che dovranno sudare sette camicie per avere un biglietto per Roma. Non è un caso infatti che, pur essendo vicinissima la chiusura delle liste per lasciare un po’ di spazio alla campagna elettorale, manchino ancora i volontari per i tre collegi uninominali. Nel collegio di Padova l’idea è quella di replicare il «modello Giordani» sia per garantire la stabilità della giunta che per mettere al sicuro le conquiste di fine anno che dipendono da Roma (vedi finanziamenti del tram). Dato che le civiche che fanno capo al sindaco e al suo vice Arturo Lorenzoni hanno un pacchetto di voti doppio rispetto al Pd è possibile che il profilo del candidato democratico sia quello di un civico proveniente dal mondo dell’imprenditoria o delNarduolo, l’università che guardi al mondo della sinistra. Il primo nome, girato nei giorni scorsi, era quello dello stesso Lorenzoni che però ha declinato l’offerta lasciando campo libero, tra gli altri, all’avvocato Giovanni Tagliavini (presidente del consiglio comunale in quota Lorenzoni) e a Massimo Carraro (patron di Morellato e già sfidante di Giancarlo Galan alle regionali del 2005). Per le quote rosa gira anche il nome della sindaca di Rubano Sabrina Doni, ma non è escluso che la scelta finale cada su un esponente di partito candidato sia all’uninominale che al proporzionale provinciale per garantire più chances di vittoria. In quest’ultimo caso la scelta più probabile cade sul renziano Alessandro Zan e per il sistema di alternanza uomo-donna conseguono anche i nomi di Valeria Camani (che potrebbe candidarsi anche all’uninominale della Bassa), Giulia caldeggiata dalla corrente che fa capo al ministro Maurizio Martina. E se per Gessica Rostellato (ex 5 Stelle passata al Pd), Margherita Miotto e Giampietro Dalla Zuanna ci sono poche speranze di un posto in prima fila, anche il senatore Giorgio Santini rischia di finire schiacciato nella selezione del Rosatellum. Al Senato infatti il proporzionale è su base regionale e Santini deve contendersi la candidatura con Gianni Dal Moro (Verona) e Federico Ginato (Vicenza). Con l’alternanza di genere poi il rischio di non finire capolista è ancora più concreto.
Sul fronte del centrodestra il problema è l’esatto contrario. Eliminati dal gioco prima ancora di iniziare gli ex tosiani riavvicinati a Forza Italia (su Roberto Caon e Maurizio Conte c’è il veto dei padani), la Lega e i berluscones si stanno scornando sulle candidature all’uninominale che, sondaggi alla mano, coincidono con una vittoria abbastanza sicura. Il Carroccio però è destinato a fare la parte dell’azionista di maggioranza e, archiviata l’Alta Padovana dove il nome quasi certo è quello del segretario provinciale Andrea Ostellari (che in questi due anni e mezzo ha tenuto insieme il partito nonostante gli scossoni interni e nonostante la tensione tra i salviniani e i nostalgici del venetismo), a Forza Italia non resta che scegliere tra il collegio della Bassa e quello di Padova città. Al momento gli azzurri vorrebbero schierare nel collegio termale Piergiorgio Cortelazzo, ma è probabile che debbano arretrare anche su questa pretesa e accontentarsi dell’unico collegio contendibile dalla sinistra, cioé quello di Padova città. In ogni caso, non è escluso che per rappresentare il centrodestra nella città del Santo venga scelta una figura civica (in questo caso il centrodestra replicherebbe lo schema del Pd) come quella del professore Ludovico Mazzarolli o del patron di Auto e Moto d’Epoca Carlo Baccaglini. Per quanto riguarda i «big» invece le scelte di Forza Italia e della Lega differiscono di parecchio: mentre il Carroccio ha tutta l’intenzione di schierare le sue macchine da voti come testa di serie del proporzionale (certa la candidatura di Massimo Bitonci e, per l’alternanza uomo-donna, altrettanto probabile quella di Arianna Lazzarini), Forza Italia rischia di avere più parlamentari uscenti che voti disponibili. Per questo Marco Marin pare lanciato verso un collegio del centro Italia, Simone Furlan in un collegio estero e Adriano Paroli nella sua casa di Brescia. E se anche Nicolò Ghedini potrebbe essere candidato fuori regione, i posti più appetibili al proporzionale nei collegi padovani dovrebbero essere assegnati a Lorena Milanato ed Elisabetta Gardini lasciando le altre donne di Forza Italia fuori dalla partita. Per quanto riguarda il Senato, al momento, l’unico nome sicuro tra le fila delle Lega è quello dell’assessore regionale Roberto Marcato che (tra un tentativo e l’altro di prendere il posto di Toni Da Re alla testa della segreteria nathional del Carroccio in vista del rinnovo di quest’anno) dovrebbe essere candidato come primo della lista al proporzionale regionale.