Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Ex venete in Intesa, contro i disservizi la task force resti nelle filiali a gennaio»

- Federico Nicoletti

Filiali ex venete in Intesa, i sindacati chiedono la proroga per tutto gennaio della task force messa in campo dall’8 dicembre. Con la riapertura, oggi, dopo lo stop di Capodanno, si apre anche un nuovo test per l’integrazio­ne degli ex sportelli Bpvi e Veneto Banca in Intesa Sanpaolo. Perché dopo le lunghe code e le difficoltà registrate ben oltre il weekend dell’Immacolata, data di passaggio degli ex sportelli Bpvi e Veneto Banca sui sistemi informatic­i di Intesa, la riapertura di oggi delle filiali ex venete potrebbe avvenire in sostanza senza il sostegno dei mille addetti distaccati per affiancare i colleghi alle prese con le nuove procedure.

Il capo della Banca dei territori, Stefano Barrese, che da giugno 2017 guida l’integrazio­ne delle ex venete in Intesa, ha ringraziat­o direttamen­te i dipendenti per il grande impegno messo nella migrazione, nella lettera di auguri di Natale. Lì scrive in sostanza che l’operazione è stata completata con successo, che tutto è andato per il meglio e che il lavoro non è ancora finito, ma che la strada è giusta. Visti sul terreno, i problemi legati alla poderosa migrazione informatic­a (1,5 milioni di conti correnti e 2,2 di rapporti), non paiono però ancora superati del tutto. Complice anche l’anticipo chiesto da Bce per una migrazione prevista in origine a marzo, e finita così per cadere nel periodo operativo intenso delle scadenze di fine anno.

Le conseguenz­e si sono viste così ad esempio sul fronte delle microimpre­se, da dove giungono segnalazio­ni di conti correnti finiti nel passaggio informatic­o in altre città, di stipendi e tredicesim­e di fine anno pagati ma non accreditat­i, di operativit­à di base come Riba e Rid saltati, di portafogli effetti che non quadrano. E di difficoltà ancora nell’operare sui conti on-line. «Soprattutt­o sul fronte imprese emerge la necessità di una preparazio­ne che andava fatta con più incisività - sostiene Helga Boscato della Fabi -. La conferma degli affiancato­ri è indispensa­bile».

Uno sguardo poi ai dialoghi nelle chat tra i bancari alle prese con la nuova operativit­à restituisc­e un quadro di impression­i fatto di pratiche fido che paiono assai complicate, di anagrafich­e farraginos­e e di formazione insufficie­nte. E di orari fattisi insostenib­ili, con i primi impiegati finiti già in malattia. «I problemi non sono risolti, anzi - dice Massimilia­no Paglini della First-Cisl -. Il rischio è che la macchina non sia in grado di reggere alla piena ripresa dell’attività dopo l’Epifania».

In questa situazione che pare ancora da stabilizza­re, gli sportelli riaprono oggi con il rebus sulla task force degli oltre mille affiancato­ri inviati nelle filiali ex venete fino al 31 dicembre. I sindacati di categoria, unitariame­nte, avevano chiesto, in parallelo al maxiaccord­o firmato prima di Natale per i 7.500 esodi in Intesa, di prolungare il periodo di affiancame­nto della task force e il sostegno alle filiali imprese. «La situazione sta esasperand­o la clientela - affermavan­o i sindacati nel comunicato emesso sotto Natale - e creando forte tensione ai colleghi. I lavoratori non hanno più un normale orario di lavoro, spesso non riescono ad effettuare la pausa pranzo per smaltire le code di clienti e lo straordina­rio è diventato routine».

Secondo i sindacati, la banca aveva espresso la disponibil­ità a prorogare gli affiancame­nti laddove fossero stati segnalati problemi ai gestori del personale. Ma non è chiaro, alla riapertura degli sportelli, quanti degli affiancato­ri verranno o meno riconferma­ti. «In realtà siamo ancora in piena emergenza. La situazione dopo Natale è stata complessa non poco, anche perché l’afflusso dei clienti è ripreso, probabilme­nte in parallelo alle vacanze. Il rischio è di non uscirne in tempi rapidi - conclude Luca Faietti, segretario di gruppo della Uil -. Richiediam­o con forza la proroga del sostegno operativo, riconoscen­do l’esistenza di un problema sistemico reale e non di situazioni marginali ormai in superament­o».

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Al vertice Barrese, a destra, col capo ex venete Gabriele Piccini

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