Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Lega e Forza Italia, decisa la spartizione dei parlamentari
I candidati nei collegi uninominali Vertice a San Silvestro, trovato l’accordo
Un sondaggio riservato, firmato Forza Italia, che assegna al centrodestra unito 28 collegi uninominali su 28 in Veneto. Un vertice il 31 dicembre, con i colonnelli divisi tra il cellulare, la calcolatrice ed un calice per il brindisi. E, infine, un accordo che spartisce tra le diverse forze della coalizione i posti blindati appannaggio dei futuri onorevoli: un posto ciascuno a Fratelli d’Italia e centristi, ben diciotto alla Lega dilagante, otto a Forza Italia. E poi ci sono gli eletti nei listini del proporzionale: secondo gli analisti, alla fine in Veneto il centrodestra potrebbe accaparrarsi addirittura 46 seggi su 74. Un record.
C’è un sondaggio riservato, commissionato da Forza Italia sul finire di dicembre, che in questi giorni sta mandando in solluchero il centrodestra del Veneto: su 28 collegi uninominali in palio qui alle elezioni del 4 marzo, tra Camera e Senato, gli alfieri di Salvini, Berlusconi e Meloni ne centrerebbero 28. Tu chiamalo, se vuoi, cappotto. O
en-plein, come ha fatto ieri da queste colonne il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta. Ballano solo un paio di collegi, tra Venezia, Chioggia e Rovigo ma nell’ordine del 50 a 50. In tutti gli altri, il centrodestra vince e in qualche caso stravince con percentuali bulgare, come nell’Alta Padovana, nella Pedemontana Vicentina e in quella Trevigiana.
I colonnelli della Lega e di Forza Italia ne hanno discusso nel corso degli ultimi incontri a cavallo tra vecchio e nuovo anno (uno, in particolare, si sarebbe tenuto proprio il 31 dicembre, a poche ore da fuochi d’artificio e cin-cin) arrivando a buttar giù un primo accordo di massima sulla spartizione dei posti sicuri, quelli in cui andranno piazzati gli uomini e le donne più in vista della coalizione. E dunque, delle 28 caselle a disposizione, una sarà destinata a Fratelli d’Italia (il candidato sarà Sergio Berlato, plenipotenziario di Meloni a Nordest, che quindi libererà il posto in consiglio regionale a beneficio del fu primo dei non eletti, il vicentino Joe Formaggio) ed un’altra alla cosidetta «quarta gamba del centrodestra» (il nome dato per certo è quello dell’ex viceministro all’Economia Enrico Zanetti, ex Scelta Civica, che batterebbe la concorrenza dell’ex sindaco di Verona Flavio Tosi e dell’Udc Antonio De Poli); la Lega chiede per sé la bellezza di 18 posti così che a Forza Italia ne resterebbero 8 soltanto per chiudere il conto. Gli azzurri, capitanati dal coordinatore regionale Adriano Paroli e dal vice coordinatore con delega alle alleanze Piergiorgio Cortelazzo, ovviamente sperano ancora di riuscire a strappare un 16 a 10, anche perché il Carroccio si avvia a fare man bassa pure nei listini del proporzionale, dove invece per i Berlusconi’s la strada è in salita, ma il segretario e il presidente della Lega, Gianantonio Da Re e Massimo Bitonci, fanno muro, ricordando che alle ultime Regionali Forza Italia non è manco riuscita a superare il 6%. «Non esiste» dice lapidario Da Re, che avrebbe ricevuto indicazioni inequivocabili in tal senso da Salvini. E anche tra gli azzurri sembra prevalere un certo realismo: «Fatti due conti, 8 posti su 28 significa che Forza Italia vale il 30% dell’elettorato veneto di centrodestra. E sappiamo che non è così». Tant’è, Paroli e Cortelazzo ci proveranno fino all’ultimo, il punto di caduta potrebbe essere il mantenimento del 18 a 8 ma con la Lega che acconsente a schierare i suoi nei collegi a rischio del Veneziano e del Polesine.
Quanto ai nomi, è tutto ancora in alto mare. In Forza Italia si sa che, come al solito, l’ultima parola ce l’avrà Niccolò Ghedini nel salotto di Arcore con Berlusconi. Lui, ovviamente, è tra i sicurissimi, come Brunetta, l’uscente Lorena Milanato e lo stesso Cortelazzo. Gli altri quattro posti ballano, con due nodi: la sovrabbondanza di padovani (alcuni saranno candidati in altre province) e la mancanza di donne, che vanno trovate in ossequio alle quote rose. Confronto aperto anche in Lega, dove stavolta davvero c’è posto se non per tutti, per tantissimi, tenuto conto che aggiungendo ai 28 seggi dell’uninominale quelli del proporzionale, sulla base dei sondaggi, il centrodestra dovrebbe arrivare in Veneto tra Camera e Senato al record di 46 parlamentari (e c’è perfino chi azzarda 50) su 74, contro i 26 del 2013. Di questi la Lega dovrebbe accaparrarsene una trentina e i nomi dati in pole, di conseguenza, sono molti: l’ex sindaco di Padova Massimo Bitonci, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato, gli otto segretari provinciali, gli uscenti Busin, Stefani e Tosato, il vicesindaco di Verona Lorenzo Fontana, l’ex assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato. Una cosa è certa: Da Re proverà a tener duro in via Bellerio sullo stop ai consiglieri regionali, anche per evitare stravolgimenti che possano danneggiare il governatore Luca Zaia a metà mandato. Si vedrà come andrà a finire.