Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Paolocci indagato per corruzione
L’ex comandante dei vigili nei guai per appalti illeciti per 3,8 milioni di euro
Antonio Paolocci, ex comandante della polizia municipale di Padova e uomo dell’ex sindaco Massimo Bitonci, è indagato dalla procura per abuso d’ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità. L’indagine è quella su affidamenti diretti di gare per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro tra il 2014 e il 2016. Decine gli imprenditori che sarebbero stati avvantaggiati da questo comportamento.
La notizia era nell’aria da tempo e attendeva solo la conferma ufficiale, che ieri è puntualmente arrivata.
L’ex comandante della polizia municipale di Padova Antonio Paolocci, fedelissimo dell’ex sindaco leghista Massimo Bitonci che lo aveva portato da Cittadella a Padova, è indagato per abuso di ufficio, turbativa d’asta, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Al centro dell’indagine ci sono acquisti di beni e servizi per circa 3 milioni e 800 mila euro fatti, questa almeno l’ipotesi investigativa, tra il 2014 e il 2016 senza rispettare la normativa su appalti e affidamenti della pubblica amministrazione. Numerosi, oltre una decina, gli imprenditori che sarebbero stati più o meno avvantaggiati da questa gestione che si sospetta illecita, e che ora potrebbero essere nei guai tanto quanto Paolocci. A dare il la all’inchiesta un corposo esposto fatto dall’ex assessore alla Sicurezza Maurizio Saia che, non è un segreto, era entrato in rotta di collisione con Paolocci già dopo pochi mesi dal suo insediamento. Erano state quelle stesse frizioni a provocare una serie di reazioni a catena tanto da provocare una frattura anche con il sindaco Bitonci fino ad arrivare alla caduta dell’ex amministrazione.
Tornando ai fatti penalmente rilevanti al centro dell’indagine c’è una lunga lista di acquisti e affidamenti fatti da Paolocci in modo clientelare. Innanzitutto ci sarebbe l’incarico da 381 mila euro per la gestione complessiva dei procedimenti sanzionatori del codice della strada, affidato alla società padovana Megasp, in associazione temporanea di imprese con la Gefil e Telerete. Un documento che porta la data del 31 luglio 2015 e fatto senza un bando pubblico, sulla base di una gara vinta nel 2012 che aveva però un oggetto diverso, ovvero la gestione delle sanzioni amministrative e non quelle del codice della strada. Ancora: nel mirino ci sono 261 determine della polizia locale firmate tra il 2015 e il 2016. Di queste solo 26 sarebbero state sopra i 40 mila euro, mentre le restanti 235 risulterebbero sotto la soglia che obbliga alla gara. Pare infatti che Paolocci si sia affidato solo raramente al Mepa, ovvero il mercato elettronico della pubblica amministrazione, una sorta di portale che consente di fare acquisti in modo chiaro e trasparente. Anche nel caso dell’acquisto delle auto della polizia locale, le Seat comprate prima usate e poi nuove, prima diesel e poi benzina, è stato fatto senza affidarsi alla piattaforma pubblica. E poi c’è il caso delle divise: gli acquisti sarebbero stati frazionati e dilazionati nel tempo per non superare la soglia dei 40 mila che impongono il bando. Le indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri del maggiore Giovanni Garrasi continuano. Ma questa non è l’unica grana di Paolocci. Lo scorso novembre infatti l’ex comandante insieme alla sua vice Maria Luisa Ferretti sono stati citati a giudizio dalla Corte dei Conti per un danno erariale da quasi tre milioni e mezzo per aver annullato le sanzioni degli autovelox per circa un mese tra novembre e dicembre 2014. Il comandante dei vigili aveva preso la decisione di prorogare con effetto retroattivo il periodo di sperimentazione degli autovelox, con l’obiettivo di verificare il corretto funzionamento dei dispositivi. Si parla di 80.123 sanzioni azzerate.
La corte dei conti L’ex comandante è anche indagato dalla Corte dei Conti per danno erariale