Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Passeggiata lungo la Costiera bellunese inghiottita da un’onda
Una superstite: «Volevamo una foto, ci siamo trovati in acqua»
«Quando il mare è gonfio, è traditore». Lo raccontano le genti di mare, lo ricordava ieri il cameriere del ristorante sulla scogliera di Praiano. Un ragazzo che ha visto un muro d’acqua alzarsi dal mare e infrangersi sulla passeggiata del paesino della Costiera amalfitana. Un’onda altissima e improvvisa che, ritirandosi, ha portato via con sé tre bellunesi arrivati in Campania appena il giorno prima: Mariangela Calligaro, il marito Carlo Talamini e una loro amica, Nicoletta Bressa, sono finiti in acqua. Mariangela è morta per un arresto cardiocircolatorio, ma anche per essere stata sbattuta violentemente contro gli scogli. Un quarto bellunese, Nicola Zeggio, marito di Nicoletta, è riuscito a rimanere sulla terraferma.
Sono stati momenti intensi e drammatici. Il marito di Mariangela, aggrappatosi a una boa, ha cercato in tutti i modi di tenerla a galla, ma quando è stata recuperata dagli uomini della Guardia costiera era già senza vita. A nulla è valso il tentativo disperato di Nicola che si è comunque tuffato in acqua per cercare di aiutare la moglie e i suoi amici, né l’intervento di alcuni operai.
Tutto era iniziato intorno alle 11,30. I quattro bellunesi, arrivati solo il giorno di Capodanno nell’Amalfitano, erano alloggiati in un bed and breakfast della zona. «Avevano fatto colazione - racconta Salvatore Sorrentino, gestore del b&b Albadamare -, poi vestiti da trekking sono usciti, senza però dire dove sarebbero andati». «Se l’avessero fatto - aggiunge il cameriere di uno dei ristoranti della zona - forse sarebbero stati sconsigliati. Noi abbiamo imparato a capire quando il mare, da affascinante, diventa pericoloso». E in effetti ieri il mare faceva davvero paura. Onde alte che si schiantavano contro la passeggiata, dall’evocativo nome Terrammare, una striscia di cemento sugli scogli larga pochi metri, e pochi metri alta sopra il livello del mare. «Nei giorni di mare grosso - precisa il sindaco di Praiano, Giovanni Di Martino - ci sarà un metro tra l’acqua e la strada». La stradina, però, è molto suggestiva, così sospesa sul mare. «Volevamo fare delle foto - ha poi raccontato Nicoletta Bressa al sindaco di Praiano che è andato a far visita ai superstiti nel pomeriggio, tutti ricoverati nell’ospedale di Castiglione di Ravello -. All’improvviso siamo stati travolti da questa onda altissima e ci siamo ritrovati in acqua. Ho cercato di aggrapparmi alla scogliera, ma poi sono stata trascinata al largo». Difficile, per lei, il marito della vittima e Nicola Zeggio, ricostruire con precisione quegli attimi così concitati. Le escoriazioni riportate, lo choc ipotermico e il grande spavento ha costretto i medici a tenerli tutti in osservazione in reparto.
«Sono arrivato sul posto pochi minuti dopo l’incidente - continua a raccontare il sindaco Di Martino -. Purtroppo non è la prima volta che accade una cosa del genere». In quella stessa passeggiata, nel gennaio del 2009, perse infatti la vita un’altra donna, anche lei travolta da un’onda. Inoltre, l’elicottero del 118 ha avuto problemi ad atterrare per colpa di un palo che era stato sistemato in zona come sostegno per una stella cometa.
E mentre la procura di Salerno ha aperto un’inchiesta per verificare se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza, la notizia della tragedia si è diffusa velocemente nel bellunese, dove la vittima viveva insieme ai suoi amici. Mariangela Calligaro, promotrice finanziaria per la Fideuram di Belluno, non aveva figli e viveva con il marito, titolare di un’azienda di consulenza informatica. Appassionata tennista, frequentava insieme al marito e ai suoi compagni di vacanza il circolo di tennis di Belluno dove, tra l’altro, Nicoletta Bressa lavora come istruttrice. «Era iscritta qui da più di dieci anni - racconta Amela Palata, una dei gestori del circolo -. Era però un’amica, prima di una socia. Partecipava sempre alle cene sociali, una donna bellissima, solare». Da un anno, inoltre, era anche entrata come finanziatrice nel progetto di Brava, team di velisti che hanno partecipato anche al campionato del mondo di barca a vela. «Siamo sconvolti - commentato i referenti del gruppo nell’apprendere che il mare che noi tanto amiamo ci ha portato via un’amica».