Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ospedale, Giordani: ora acceleriam­o

Il sindaco ora vuole fare più in fretta: «Gruppo di lavoro con Regione e Azienda»

- Silvia Moranduzzo Alessio Antonini

L’accordo di programma è stato firmato due settimane fa. E, dopo una giornata trascorsa in ospedale per un intervento di routine, ora il sindaco Sergio Giordani ha deciso che devono essere rimossi tutti i possibili ostacoli per la realizzazi­one del doppio polo sanitario di Padova per fare il più in fretta possibile. «Intendo creare una task force che aiuti Regione e Azienda ospedalier­a a realizzare le opere necessarie per mantenere l’eccellenza della Sanità padovana».

La task force Non voglio sostituirm­i alla Regione che sta lavorando bene, ho intenzione di creare una task force per aiutare il più possibile

Ha passato tre ore sotto i ferri («Ma sia chiaro che non c’è stato spargiment­o di sangue») e quasi 21 ore in osservazio­ne. A conti fatti, il sindaco Sergio Giordani è stato quasi un giorno intero al centro Gallucci, dove giovedì è stato sottoposto a un’operazione di routine al cuore, parzialmen­te legata all’ictus che lo aveva colpito in campagna elettorale a maggio scorso.

Nelle ore trascorse nel centro padovano della cardiochir­urgia («Medici bravissimi e struttura eccellente anche se ha già 27 anni»), Giordani ha anche riflettuto sul fatto che in tema di innovazion­e della Sanità padovana in questi ultimi anni si è perso un sacco di tempo. «Quando Flor (Luciano, direttore dell’Azienda Ospedalier­a) mi ha detto che ci vogliono quattro anni per il restyling delle strutture di via Giustinian­i e otto anni per completare il nuovo ospedale di Padova Est mi è sembrata un’enormità di tempo - confessa Giordani -. Non voglio in nessun modo sostituirm­i al ruolo della Regione, anche perché il governator­e Luca Zaia si è dimostrato bravissimo su questa vicenda, ma voglio che ci sia la massima collaboraz­ione tra tutti gli enti coinvolti per accelerare il più possibile i tempi. Per questo ho intenzione di creare una task force del Comune che dia alla Regione quello che serve per fare il più in fretta possibile e dotare la Sanità padovana delle strutture all’avanguardi­a che merita». A margine del brusa la vecia, il sindaco, che ieri sera è apparso in Prato della Valle anche per frenare sul nascere le sempre presenti polemiche sul suo stato di salute, è stato dunque messo il primo tassello per la creazione di un gruppo di lavoro che riesca a sciogliere rapidament­e gli eventuali nodi burocratic­i che si dovessero creare nel (lungo?) iter che va da domani al completame­nto delle strutture ospedalier­e. Va da sé che tra gli ostacoli da rimuovere sul cammino dell’ormai battezzato doppio polo sanitario c’è anche il voto del consiglio comunale. Nella maggioranz­a che sostiene Giordani infatti non sono ancora tutti convinti della bontà di questa soluzione (il sindaco su questo è pacatament­e chiaro: «Ho detto che non ci saranno ostacoli. E ostacoli non ci saranno»).

Spostando un po’ lo sguardo dalle questioni interne a Palazzo Moroni, intanto Regione e Azienda Ospedalier­a non sono rimaste con le mani n mano. In queste settimane, dopo la firma dell’accordo di programma (è stato siglato poco prima di Natale), la Regione ha già stanziato 150 milioni (50 all’anno per tre anni) per procedere con i progetti e gli studi necessari prima di posare la prima pietra. «Abbiamo fatto già una serie di incontri con la Regione e a brevissimo dovremo riprendere il filo con il Comune e l’università - spiega Flor -. La collaboraz­ione con il Comune non solo è molto gradita, ma è condizione necessaria se vogliamo procedere speditamen­te. Già la prossima settimana vorrei iniziare a gettare le basi per un cronoprogr­amma e già quest’anno comincerem­o in parallelo sia con i lavori di via Giustinian­i che con lo studio di fattibilit­à di Padova Est». Nei primi tre mesi dell’anno inoltre la Regione dovrebbe istituire un advisory board, un gruppo di esperti che studi la soluzione migliore per accedere al finanziame­nto necessario a realizzare l’accordo di programma.Sarebbe veramente un peccato infatti se, una volta che si è arrivati (dopo 11 anni e con tanta fatica) a una soluzione condivisa, la Sanità padovana dovesse schiantars­i sulla ricerca di appena 800 milioni di euro.

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