Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I medici padovani non si fermano mai: trapianti record

- Silvia Moranduzzo

L’Azienda Ospedalier­a di Padova non si ferma mai. La notte di Natale è stato effettuato il 106esimo trapianto di fegato del 2017 ad un bambino di 12 anni che soffriva di una malattia metabolica. Nel giorno di Santo Stefano è stato, invece, trapiantat­o il 168esimo rene: «Credo sia un record anche se nel 2016 ne abbiamo fatti 177», ha affermato Paolo Rigotti, direttore del Centro trapianti di rene e pancreas. Tanti sono i trapianti effettuati lo scorso anno anche da altri centri: 40 di cuore (uno in più rispetto al 2016) e 23 di polmone, l’ultimo dei quali eseguito su una bambina di 10 anni che soffriva di fibrosi cistica. In tutto il Veneto, Padova è al primo posto per trapianti effettuati anche perché, in accordo con i dati della Regione, le donazioni sono in aumento. L’importanza della donazione degli organi la conosce bene Dario, 47 anni, residente ad Abano al quale quattro anni fa è stato trapiantat­o un rene. «Quando avevo 17 anni mi hanno diagnostic­ato un tumore a un testicolo. Le cure di allora non sono quelle di adesso, la chemio mi uccideva». La sua voce sembra tranquilla nonostante stia narrando il periodo più buio della sua vita. Le cure per il tumore gli hanno causato seri danni ai reni: «Sono dovuto entrare in dialisi. Per il trapianto di rene, avendo contratto l’epatite C dopo una trasfusion­e, è stato possibile inserire il mio nome sia nella lista dei donatori sani sia in quella dei donatori malati – racconta – Normalment­e, infatti, gli organi espiantati da persone malate vengono scartati, ma non sempre. Visto che io avevo bisogno di un rene subito, dopo qualche mese mi è stato trapiantat­o il rene di un malato di epatite». Dario dice di essere rinato quel giorno. L’operazione è andata bene anche se ora deve prendere pastiglie antirigett­o che hanno effetti collateral­i. «Va bene così - sorride - La parte peggiore è finita. La pate peggiore infatti è l’attesa, quando, ogni giorno guardi il telefono e speri che arrivi la chiamata del trapianto». Dario ha creato una pagina Facebook che riunisce le persone che hanno subito un trapianto di rene: «Non puoi bere due litri d’acqua al giorno, nemmeno in estate, ti devi accontenta­re di mezzo litro. Non puoi mangiare molte cose. È un altro stile di vita, ma è sempre vita – spiega –. Hai sempre il timore che l’organo trapiantat­o possa morire, ma non si deve smettere di vivere».

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Chirurghi al lavoro Un’equipe medica durante un’operazione

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