Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Ragazzi vittime del deserto etico non conoscono il bene e il male»
Dottoressa Antonella Baiocchi, lei è la psicoterapeuta a capo dell’équipe anti-dramma di Padova: cosa passa nella testa di due ragazzini che uccidono «per gioco»?
«Il deserto etico. Escono da famiglie che pur di non deluderli o farli soffrire concedono loro tutto, senza mai mettere limiti o paletti, e il risultato è alimentare una visione egocentrica della vita e impedire la conoscenza del bene e del male, dei rispettivi confini. A questi ragazzi tutto è concesso, quindi si abituano a seguire gli impulsi del momento».
E allora subentra la noia?
«Quando puoi fare tutto, dopo un po’ è come non fare nulla. Se non assapori il gusto del dolore, del divieto, della rinuncia, non puoi nemmeno godere dei
piaceri della vita, delle soddisfazioni, delle gioie. Avverti dentro un senso di onnipotenza che devi alimentare con sapori sempre più forti, perchè niente è abbastanza per placarlo».
E il senso di colpa?
«Non c’è, perchè manca la consapevolezza di aver superato limiti che non si conoscono. Abituati a considerare gli altri solo come oggetti al loro servizio, depersonalizzano le relazioni. E combattono chiunque non risponda al modello da loro considerato giusto. Lo cancellano, come soggetto di serie B, come un errore».
Non rispettano la vita.
«Sono incapaci di mettersi nei panni altrui, di capirne i sentimenti, di rispettare il prossimo».