Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tram, il ministro Delrio conferma i finanziame­nti, il mezzo e la tratta

Il futuro convoglio della Translohr correrà su rotaia dalla Stazione a Voltabaroz­zo

- Davide D’Attino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il progetto finanziato con 56 milioni di euro dal governo è quello «vecchio». E quindi il tram che correrà lungo la nuova linea StazioneVo­ltabarozzo sarà esattament­e lo stesso che ormai da più di un decennio è in funzione sulla tratta Pontevigod­arzereGuiz­za. Non solo. Anche il percorso è quello «vecchio». E dunque, malgrado le correzioni che il sindaco Sergio Giordani e il suo vice con delega alla Mobilità Arturo Lorenzoni stanno cercando di apportare, il mezzo su rotaia non transiterà per via Facciolati. Ma resterà nel tratto compreso tra via Sografi e via Canestrini: passerà sul tragitto della ciclabile lambendo il Parco Iris per raggiunger­e il nuovo capolinea Sud-Est tramite un nuovo ponte sul Bacchiglio­ne parallelo a quello esistente tra via Facciolati e via Piovese.

A confermare indirettam­ente le indiscrezi­oni dei giorni scorsi, è stato ieri il ministro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti Graziano Delrio che, a margine del nuovo contratto di servizio firmato tra la Regione e Trenitalia (vedi servizi a pagina 5) ha fatto sapere che «il decreto ministeria­le firmato il 22 dicembre scorso è operativo». Ciò significa che dalla pubblicazi­one in Gazzetta Ufficiale il Comune avrà novanta giorni di tempo «per completare la documentaz­ione e inviare il progetto definitivo». Il ministro non ha usato a caso il termine «completare». I 56 milioni di euro sono infatti stati sbloccati soltanto perché, a Roma, conoscono da quasi vent’anni il sistema tranviario all’ombra del Santo. Cioè da quando nel 2003 sono stati presentati e approvati gli studi di fattibilit­à relativi a tutte e tre le linee in programma: quella esistente che collega Pontevigod­arzere alla Guizza, quella appena finanziata che va dalla Stazione a Voltabaroz­zo e quella che dovrebbe congiunger­e Chiesanuov­a a Ponte di Brenta (per cui servirebbe­ro almeno altri cento milioni di euro di finanziame­nto). «L’implementa­zione del tram di Padova – ha poi evidenziat­o Delrio – fa parte della cura del ferro che stiamo attuando in molte altre città e che mira a ottenere una mobilità sempre più basata sul trasporto pubblico e sempre meno sull’auto privata». E pure qui, se le parole hanno un senso, «cura del ferro» chiama la parola «rotaia». E quindi addio anche all’ipotesi di adottare un mezzo senza binari diverso da quello della francese Translohr, magari sul modello di quello adoperato a Linz, in Austria, prodotto dall’azienda belga Van Hool e preferito da Giordani e Lorenzoni. Il sindaco non è entrato nel merito delle dichiarazi­oni del ministro ma ne ha approfitta­to per punzecchia­re il suo predecesso­re Massimo Bitonci che ha messo in dubbio i finanziame­nti per l’opera. «Nonostante i goffi tentativi di disinforma­zione di chi fa il tifo contro la nostra città per ragioni di partito – ha detto Giordani – Delrio ha definitiva­mente chiarito che i soldi ci sono. Adesso, dunque, è il momento di guardare avanti. Da parte dell’amministra­zione, ci sarà la massima disponibil­ità per ridurre al minimo i disagi, nella fase dei cantieri, per chi abita e lavora nelle zone dei lavori. Ma il futuro di Padova è una cosa seria. E nessuno lo potrà fermare».

Giordani Adesso è il momento di guardare avanti. Faremo di tutto per ridurre al minimo i disagi dei lavori

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Il tram di Padova Sulla futura linea di tram dalla Stazione a Voltabaroz­zo correrà un mezzo della Translohr

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