Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Uno scherzo? No, volevano far male a mio zio»

- di Enrico Presazzi

Uno scherzo? No. Volevano fare del male a mio zio. Voglio giustizia». Parla Salah Fdil, il nipote di Ahmed, il clochard ucciso.

«Uno scherzo? Ma come si può dire una cosa del genere». La voce arriva da migliaia di chilometri di distanza, ma ha lo stesso vigore e la stessa rabbia di giovedì, quando Salah Fdil si è trovato di fronte a quel piazzale dove, lo scorso 13 dicembre, suo zio Ahmed è morto tra le fiamme.

Salah è già tornato a Barcellona dove vive da anni insieme a moglie e figli, ma dalla Spagna segue l’evolversi delle indagini. E ha saputo della «confession­e» del più piccolo dei due ragazzi indagati. «Ma come si può pensare che si sia trattato di uno scherzo finito male? Non è uno scherzo continuare a molestare un poveretto ogni giorno, inseguirlo e fargli i dispetti. I petardi si lanciano in aria, mica in un’auto. Se fai una cosa del genere, lo fai per fare volutament­e del male».

Ma il ragazzino, non avrebbe mai parlato di petardi, sostenendo invece di aver tentato di infilare nell’abitacolo dei fazzoletti­ni di carta incendiati. «Mi affido alla giustizia italiana, saranno le indagini a dire cosa è successo - prosegue il nipote -. Dico solo che questa morte rappresent­a una vergogna per la società italiana. Credo che, al di là della giovanissi­ma età di questi ragazzi, ci si debba porre il problema dell’educazione». E, da padre, rivolge una domanda ai genitori dei ragazzini: «Dove siete stati? Anche io ho figli, conosco i problemi legati all’adolescenz­a. Ma a tredici anni uno non può fare una cosa del genere».

Non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia, Salah: «Continuerò a chiedere giustizia finché non la otterrò. Perché gli errori si pagano. Come si può definire scherzo una cosa del genere, se vuoi fare uno scherzo i petardi li devi provare a tirarli in casa tua, o nell’auto di tuo padre... Invece qui se la sono presa con una persona indifesa come mio zio. Uno che non aveva mai fatto del male a nessuno».

Da Barcellona, il nipote attende con impazienza i risultati dell’autopsia (fissata per la prossima settimana) che dovrà chiarire le cause della morte di Ahmed, «Il Baffo».

«In Marocco i miei parenti stanno organizzan­do una grande manifestaz­ione con il consolato perché non si può spegnere la luce su un caso del genere. Qui si sta parlando di un omicidio e tutti noi non ci fermeremo fino a quando non sarà fatta giustizia».

Salah Fdil Ma come si può pensare che si sia trattato di uno scherzo finito male? Non è uno scherzo molestare un poveretto ogni giorno e fargli i dispetti

 ??  ??
 ??  ?? Il luogo della tragedia Sopra, i carabinier­i ieri sul luogo della tragedia, a Zevio. A sinistra, il nipote di Fdil
Il luogo della tragedia Sopra, i carabinier­i ieri sul luogo della tragedia, a Zevio. A sinistra, il nipote di Fdil

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy